Gli uomini, è noto, percepiscono i colori in modo molto diverso dalle donne: “limitato”, forse è la parola giusta. Alle donne, invece, viene spontaneo dare una complicatissima definizione a ogni sfumatura: il marrone, per esempio, ha infinite gradazioni che possono variare dall’ocra al terra di siena. Un verde semplicissimo può essere definito verde mare, verde acido, verde pisello, verde smeraldo e così via…

Inoltre, a parte rare eccezioni, un uomo riconosce i toni dei colori solo dal chiaro allo scuro; la donna invece lo identifica (fantasiosamente) con particolari aggettivi: tenue, brillante, opaco; oppure, ancor più complicato, “con una punta di”.
Esempio: per un uomo il grigio è grigio, punto; una via di mezzo tra il nero e il bianco. Per le donne invece il grigio assume infinite sfumature: grigio fumo, grigio perla, grigio topo, il grigio cenere, grigio pietra, grigio piombo; fino ad arrivare all’antracite, il fumo di Londra e il grigio “nuvola”. Se ancora non sono soddisfatte, per definire un colore riescono a essere ancora più esplicite: cielo, muschio, vinaccia, nocciola, tortora, mattone, senape, champagne, limone, cammello, canarino, pesca, panna; e, giusto per esagerare un pò, perfino “color geranio che vira verso il violetto”.
Le donne, che complicate, vedono i colori in modo diverso; forse perchè pensano in modo differente dagli uomini. Sarà per questo che la comunicazione tra uomo e donna, soprattutto in alcuni casi, è impossibile?