Home Lavoro Scuola Compiti a casa: trovare il giusto equilibrio è difficile

Compiti a casa: trovare il giusto equilibrio è difficile

Il nostro sistema educativo viene continuamente tacciato di non essere all’avanguardia, ma anzi di essere ancorato a logiche di insegnamento e apprendimento ottocentesche.

Sicuramente delle carenze sono incontestabili, ma ciò di cui ha dato notizia quest’oggi il più importante quotidiano italiano, il Corriere della Sera, nella sua versione online, ha dell’incredibile. Nella raffinata Francia, dove ad ogni pie’ sospinto si esalta la propria Grandeur, una società commerciale offre il servizio di svolgimento dei compiti a casa, sia per studenti delle medie, che, e questo veramente lascia perplessi, anche per studenti universitari.

Ora, è certamente vero che, nella vecchia Europa, la diatriba della quantità giornaliera dei compiti a casa che vengono assegnati risale alla notte dei tempi, con notevoli sostenitori sia per il partito dei tanti compiti, che per il partito dei pochi compiti e con un certo seguito anche per coloro che sostengono la posizione niente compiti a casa.

D’altra parte, lo ribadiamo, sentire che all’estero, e per di più in Francia, si avvalgono di questo servizio persino degli studenti universitari, ci fa rivalutare molto la qualità del nostro sistema scolastico e soprattutto del suo corpo docente.

Qualche malelingue potrebbe asserire che è solo una questione di assenza di servizio, cioè  dato che in Italia una società che offra lo stesso servizio ancora non c’è, semplicemente gli alunni e gli studenti italiani non possono fare lo stesso dei loro omologhi francesi. E forse, come dice il proverbio, a pensar male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca, non avrebbero tutti i torti.

Fare i compiti non è  mai piaciuto a nessuno, e senza dubbio, ci sono molte attività più piacevoli e gratificanti; ma occorre che gli alunni comprendano il valore pedagogico dei compiti a casa, che dovrebbe essere chiaro alle altri parti interessate e cioè ai genitori e agli insegnanti. Non abbiamo menzionato, volutamente, gli studenti universitari, proprio perché studenti e non alunni, e in quanto tali, si presume già responsabili e in possesso di un metodo di studio.

Il giusto quantitativo di compiti a casa, aiuta l’alunno a prendere familiarità con le responsabilità più grandi che dovrà assumersi una volta adulto. Lo aiuta a rispettare delle scadenze, cosa fondamentale nel mondo del lavoro. Lo stimola ad adottare una buona organizzazione e gestione del tempo, altrettanto essenziale. E gli fa mettere in pratica le nozioni teoriche apprese, il che imprime maggiormente le stesse nella sua memoria.

Abbiamo comunque evidenziato che questo risultato lo si ottiene con il giusto quantitativo di compiti a  casa. Questo implica una cooperazione molto stretta tra genitori e docenti, e, forse, tra docenti stessi. Cerchiamo di fare chiarezza. È ovvio, che i ragazzi abbiano delle esigenze di scaricare lo stress con qualche attività sportiva o d’altro genere, ed è sicuramente buono che la svolgano. Comunque i genitori devo dare il giusto indirizzo. In pratica devono aiutare e coadiuvare il giovane nella sua scelta, facendolo scegliere da solo, ma in modo consapevole, e poi sostenerlo in tale scelta facendogli capire qual’è il suo dovere principale. Se il figlio desidera, ad esempio, laurearsi in chirurgia i genitori devono anche fargli capire che dovrà fare delle rinunce. È un compito, mai parola fu più appropriata, difficile ma spetta a loro e a nessun altro. Di converso i docenti devono essere in grado, in primo luogo, di capire le vere potenzialità dell’alunno in modo da incoraggiarlo e indirizzarlo anche e soprattutto dialogando con i genitori, opportunamente, e d’altra parte devono essere in grado, senza snaturare la propria qualità di insegnamento, di non entrare in competizione gli uni con gli altri.

Quello che vogliamo dire è che, in un Liceo Classico il valore e le ore dedicate allo studio della matematica non sono, è non possono essere, le stesse di un Liceo Scientifico, ad esempio. Perciò, l’alunno va stimolato e indirizzato verso il percorso che consapevolmente ha scelto, poiché si presume che abbia fatto una scelta convinta. Se così non fosse, andrebbe indirizzato verso il percorso più congeniale per lui.

Trovare il giusto equilibrio tra tutte queste opposte esigenze ed aspettative può essere indubbiamente difficile, ma se si tiene a mente il bene dei nostri ragazzi non sarà impossibile da raggiungere.