Nei bambini, le intolleranze in genere, sono in netto aumento sempre di più ne soffrono, questi fenomeni si manifestano solitamente dopo l’ingestione di un determinato nutrimento, che magari non aveva dato particolari avvisaglie in precedenza e che ad un tratto risulta essere fortemente pericoloso, oppure, cosa ancora più critica, si manifesta con sintomi silenti che non ravvivano l’attenzione dei familiari, quindi si mobilitano solo quando i bambini hanno già subìto danni di un certo peso. Solo in Europa ci sono ben 17 milioni di persone che dichiarano queste problematiche e 3,5 milioni di loro hanno meno di venticinque anni. Intolleranze e allergie partirebbero dalla scarsa attenzione per l’alimentazione durante il periodo della gravidanza, ossia quando il sistema immunitario può subire alterazioni per poi essere trasmesso al figlio in arrivo, ma riguardano anche la contaminazione ambientale, i ritmi della nostra vita odierna e i pesticidi utilizzati.
L’intolleranza dei bambini al latte vaccino, sintomi
I sintomi da APLV (allergia alle proteine del latte vaccino) sono molteplici e vanno dalle coliche alla stipsi, dissenteria e pianto, complicando un’eventuale diagnosi veramente complessa. Ogni caso di APLV è unico, per tanto è fondamentale conoscere tutti i potenziali sintomi che possono insorgere nei bambini. Esistono tre categorie principali: dermici, gastro-intestinali e respiratori, una quarta categoria include i sintomi generali. Tali sintomi possono mostrarsi da pochi minuti a una o due ore dopo l’ingestione del latte vaccino.
Per i sintomi dermici si possono riscontrare: Orticaria ed Eczema principalmente;
Per i sintomi gastro-intestinale possono sopraggiungere: Vomito, Rigurgiti, Coliche, Stipsi, Reflusso e Diarrea.
Per i sintomi respiratori: Ipersecrezione nasale, Affanno e Tosse ricorrente.
Per i sintomi generali si possono osservare: Agitazione, Affaticamento, Difficoltà del sonno, Letargia e Anafilassi.
L’oro bianco dalla natura
Il Latte di Asina è considerato il più analogo a quello della donna, per tale ragione è un nutrimento nodale nella dieta dei bambini allergici alle proteine del latte vaccino. La sua presenza in campo pediatrico risale al tempo dei Greci. Tra le proteine rilevate nel latte d’asina abbiamo il lisozima e la lattoferrina note per la loro attività antimicrobica. La lattoferrina inibisce la crescita di batteri ferro-dipendenti presenti nel tratto gastrointestinale, il lisozima invece può svolgere un ruolo positivo nella risposta immunitaria intestinale con un’attività mirata soprattutto contro i batteri Gram-positivi promuovendo nel contempo la crescita della flora intestinale benefica.
Ma la grande differenza che porta il latte di asina ad essere tollerato da quasi il 90% degli allergici alle proteine del latte vaccino, è legata al tipo ed alla quantità di caseine presenti che evitano le dannose reazioni indesiderate. Ultimamente, comunque, si stanno amplificando le campagne a favore dell’allattamento al seno, che rimane di certo la strada maestra da seguire.