Viaggio in Sardegna a Sant’Andrea Priu, alla scoperta della grotta sonora
Nella Valle dei Nuraghi, fertile vallata circondata da sette vulcani spenti ormai da tempo immemore, esistono numerose testimonianze di antiche civiltà che si sono susseguite sull’isola in tempi remotissimi. Uno di questi esempi si trova in comune di Bonorva ed è la Necropoli di Sant’Andrea Priu. Una collinetta isolata che sorge sotto il Parco Forestale Mariani e che salta subito all’occhio per la sua particolare concentrazione di Domus de Jana. Questi “buchi” pressochè ovali nella roccia che paiono tanti occhi e sono stati denominati “case delle fate” (domus de Jana) perchè al loro interno spesso sembrano abitazioni in miniatura. A Sant’Andrea, a differenza di altre nei paraggi, tali grotte sono state utilizzate in varie culture, pre e post nuragiche ed una di esse, in particolare, è una vera e propria chiesa bizantina sotterranea.
Accanto ad essa, accessibili dall’esterno, vi sono altre due grotte. Una che richiama l’aspetto di cripta tombale sempre di epoca bizantina nella quale il soffitto è realizzato con lastre inserite a formare una copertura a schiena d’asino e l’altra,senza alcun ritocco interno, è solo una piccola stanza rotondeggiante in cui è stata ricavata una finestrina interna, sollevata di circa 70 cm da terra, che conduce ad un’altra stanzetta ancora più angusta della prima. Viene assolutamente naturale domandarsi la sua funzione, proprio perchè, architettonicamente, non ha nulla di pregiato come le sue sorelle a fianco. Se ci si accovaccia al centro della piccola stanza e si comincia a parlare però, ci si rende subito conto della sua particolarità sonora: i toni alti non vengono risaltati ma abbassando la voce essa diviene magicamente una cassa armonica e produce un’eccezionale risonanza che riecheggia anche all’esterno della grotta stessa. Potrebbe essere stata, la sua funzione, quella di richiamare i fedeli dimorati nel villaggio circostante, come fosse un altoparlante, data la mancanza delle canoniche campane!
Ovviamente la mia è solo una curiosa supposizione oltre che un invito a chiunque decida di visitare la necropoli di Sant’Andrea Priu, a provare la straordinaria sonorità della grotta.
Prima di uscire dal sito archeologico vi consiglio inoltre di salire la rampa di scale dopo la grotta sonora e dirigervi a sinistra, fini alla cima della collinetta dove potrete ammirare un’enorme toro di pietra, all’attualità senza testa. Le quattro massicce zampe del toro creano altrettante piccole volte perfettamente orientate con i punti cardinali.
Per gli amanti della ricerca esoterica, propongo inoltre un’accurata analisi degli affreschi presenti nella grotta utilizzata come chiesa, denominata dagli archeologi “tomba del Capo“.
Monica Benedetti