La colite è un disturbo intestinale molto più diffuso di quello che pensiamo. Stando alle proiezioni diffuse dal Ministero della Sanità, l’aumento delle malattie croniche come la colite spastica sarà una delle principali voci responsabili dell’aumento delle spese mediche in Italia. Anche se si tratta di un male dell’intestino che può essere curato definitivamente mediante una specifica alimentazione per la colite, in realtà preoccupa moltissime persone ogni giorno, perchè sembra avere delle fasi altalenanti e dei sintomi quasi mai universali.
Esistono 3 fattori principali in grado di influire sul grado di irritazione delle pareti intestinali, pertanto, qualora non venissero presi in considerazione dal paziente malato, è plausibile che possano causare un peggioramento della salute intestinale. Impariamo quindi a conoscerli e tenerli sempre in considerazione qualora decidessimo di guarire definitivamente dalla colite spastica.
1) Condizione nervosa. Come lascia facilmente pensare l’attribuzione dell’appellativo di colite nervosa o l’uso della locuzione “malattia da colon spastico stressato”, il collegamento tra stato di agitazione e qualità della flora intestinale è evidente. Se molti medici basano i propri studi e dogmi scientifici a partire dal considerare l’apparato intestinale una specie di secondo cervello, una ragione ci sarà. La componente emotiva nei soggetti affetti da disturbi spastici del tratto intestinale emerge in tutta la sua veridicità, quando si analizzano le cartelle cliniche con maggiore attenzione. Il collegamento tra soggetti in cura per la colite spastica nervosa e i loro problemi di stress è evidente. Non potrà quindi, di conseguenza, stupire più di tanto, i consigli di limitare gli scontri verbali sul lavoro o i litigi con coniugi o parenti, all’interno di una dieta anti-colite.
2) Praticare dello sport. Anche semplici movimenti quotidiani, come fare la spesa al supermercato più distante da casa o seguire la regola dei 3 passi (5 minuti la mattina a passo lento, 5 minuti il pomeriggio a passo più svelto e 5 la sera, praticando una breve corsetta), può dare dei risultati sorprendenti. Mantenere il corpo in forma non significa diventare dei fanatici di fitness e muscoli, ma volere più bene a se stessi e “insegnare” all’organismo come affrontare meglio la sofferenza. Essere in grado di reagire con maggiore vigore e tempestività di fronte i primi sintomi di una colite spastica vuol dire garantirsi maggiori possibilità di cura. In un corpo più ossigenato il sangue circolerà meglio, pertanto, senza esagerare, compriamo una tutina da footing e delle scarpe da running, prima di dilapidare tutti i soldi per acquistare discutibili farmaci da colite come valpinax e buscopan.
3) La dieta alimentare. Certamente l’aspetto più importante da seguire nel trattamento di cura di ogni disturbo intestinale, sindrome del colon irritabile inclusa. Fare chiarezza però risulta importantissimo, perchè cibi che possono essere validi per alcuni individui, possono far nascere pericolose intolleranze in altri soggetti e persino peggiorare la loro condizione di salute. Si consiglia quindindi di analizzare i cibi che si possono mangiare o no con la colite, raccogliendo le opinioni dei più importanti nutrizionisti e dietologi del web. Scoprire quale sia un regime alimentare responsabile potrebbe essere anche divertente, avendo il merito di riuscire a responsabilizzare un soggetto che, pur di guarire, sarà disposto a molte rinunce.
Le fibre
Si discute spessissimo nei forum di diete online se fanno bene o fanno male all’intestino. E’ facile creare fraintendimenti e disinformazione se non si specifica la tipologia di fibre assunte. Tutti i soggetti colitici, che mostrano i sintomi di una forma spastica, dovrebbero optare per quelle di tipo insolubile, ovvero l’unica tipologia di fibre che riescono a irrobustire le pareti intestinali, anziché irritarle. Mangiare fave, soprattutto se non si ha l’accortezza di privarle della buccia, può essere quanto di peggio si possa commettere nei confronti di un colon debole. Cercare sempre di fare caso all’involucro dei nostri legumi, prima di decidere se il nostro intestino li tollererà o meno.
Le giuste quantità
Come molte volte accade nella vita è l’eccesso a creare disagi e a far nascere problematiche, anche alimentari. Prima di eliminare pietanze o elementi che possano farci stare male sarebbe corretto non abusare mai di un cibo. L’apparato gastrointestinale è composto da un tubo digestivo lungo quasi 8 metri, che necessita dei giusti tempi per lavorare al meglio quello che assimila. Perseguire abusi alimentari, come scorpacciate senza senso, possono mettere a dura prova un zona già infiammata. Sempre più soggetti scoprono di avere improvvise intolleranze a determinati cibi, senza riuscire a spiegarne le ragioni. Anche a noi potrebbe capitare all’improvviso di avere un rifiuto verso un alimento, dopo averlo mangiato in grandi quantità durante l’intera esistenza. Cerchiamo di essere prudenti quando si parla di dieta per colite spastica e bere acqua a sufficienza da ripulire il nostro colon, limitando conseguenze secondarie come stitichezza.