Fino a 30 o 40 anni fa il matrimonio era un obbiettivo da raggiungere e la famiglia un sogno da realizzare. Oggi nella moderna società le cose sono cambiate in modo quasi radicale.
La ragazza che un tempo cercava la propria realizzazione nel trovare una persona con la quale condividere i propri sogni, le proprie speranze di un futuro da dividere fra famiglia e lavoro, oggi sembra non volere essere distratta da tutto ciò e si occupa principalmente del proprio lavoro o semplicemente di godersi la vita senza intoppi.
Il ragazzo che un tempo era impegnato nel fare progressi sul lavoro per offrire alla sua ragazza momenti romantici da trascorrere insieme e un futuro stabile, oggi campa alla giornata cercando divertimento momentaneo e senza impegno. Ma la famiglia è alla base della società e della natura umana per cui viene comunque il momento in cui i giovani si innamorano e desiderano vivere insieme. Anche in questo caso notiamo cambiamenti avvenuti nel corso degli anni.
Il matrimonio religioso celebrato in chiesa con invitati e feste sfarzose è rimasto solo per alcuni, altri preferiscono la convivenza senza nessun legame vincolante. Sicuramente la crisi economica e la mancanza di lavoro hanno contribuito a tutto ciò, ma credo che alla base ci sia soprattutto una profonda crisi di valori morali e religiosi.
Il sacramento del matrimonio infatti si basa soprattutto su valori morali. Due persone che decidono di unirsi e formare una famiglia lo fanno consapevoli che non potrà essere una continua luna di miele. Ci saranno momenti di gioia che doneranno agli sposi la sensazione di sentirsi felici e realizzati, ma ci saranno anche momenti di difficoltà da affrontare e vincere insieme.
I litigi e le incomprensioni sono momenti di crescita nella coppia come nella vita individuale e non occasioni per mollare subito la presa, abbandonare tutto e cambiare la nostra strada.
Anche il nostro attaccamento ai mass-media, alle notizie di gossip giocano un ruolo importante sulla psicologia della persona, sentire parlare di divorzio facile e continui cambiamenti di partner ci fa sembrare che sia una cosa normale seguire questi esempi.
Invece dovremmo prendere ad esempio gli sposi che dopo 50 anni di matrimonio vedono i frutti dei loro sacrifici e si godono la vecchiaia nella pace e nell’affetto dei nipotini.
Ci sarà un riavvicinamento dei giovani alla religione, ai principi morali, alla famiglia e ai sacrifici quotidiani? Io credo di si, perchè dopo i momenti di sbandamento si ritorna sempre alla base.