GARANZIA GIOVANI UN ANNO DOPO
Garanzia giovani un anno dopo si fa’ il punto della situazione. Come ogni nuovo progetto ovviamente non mancano sostenitori e detrattori. Da un lato c’è chi sostiene la buona riuscita del programma garanzia giovani per la lotta alla disoccupazione come afferma il ministro del lavoro Giuliano Poletti.
In Italia sono 260 mila i giovani tra i 15 e i 29 anni, che dal primo maggio giorno di apertura del progetto ad oggi hanno presentato la richiesta per aderire al progetto Garanzia giovani. Questo è quanto sostiene il ministro Poletti, intervenuto davanti alla commissione Lavoro del Senato. Nel corso del suo intervento, il ministro del lavoro ha precisato che il progetto pur essendo partito con difficoltà, ha avuto nel complesso buoni risultati. Ma una dato preoccupante è emerso nel corso del dibattito. Le risorse stanziate che ammontano a 1,5 miliardi di euro, garantiscono l’assistenza solo a 400-500 mila giovani. La scadenza del programma è dicembre 2015. L’obiettivo iniziale prevedeva di raggiungere un milione e mezzo di giovani, a questo punto vi è il problema di reperire i fondi per garantire l’accesso a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta.
Tuttavia Poletti in senato, ha voluto sottolineare i dati positivi delle adesioni. Una media di 40 mila domande al mese, con un forte aumento negli ultimi due mesi. Egli ha annunciato che il monitoraggio del programma garanzia giovani verrà effettuato dal governo insieme alle Regioni.
Ma dall’altro lato c’è chi sostiene il contrario. Uno di essi è Michele Tiraboschi coordinatore di Adapt il quale mostra la propria insoddisfazione per il progetto. Egli sostiene che l’assunzione tramite Garanzia giovani é molto conveniente per le aziende. Le aziende infatti beneficiano dei bonus in base al tipo di contratto stipulato con l’utente, finendo per tutelare i propri interessi pagati dallo stato. Una bella occasione che ha attratto molte aziende e che spesso sostiene Tiraboschi va a discapito del tirocinante, il quale alla fine del programma non viene collocato a tempo indeterminato.
Un’altra incongruenza è data dalla mancanza di controlli, in quanto le offerte di lavoro che vengono inserite nel portale non sono monitorate, spesso influenzate da lungaggini burocratiche.