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Come essere un genitore “sufficientemente” buono

Donald Winnicot (1896-1971) era uno psicoanalista inglese di stampo freudiano, che coniò il termine di “madre sufficientemente buona” riferendosi, con esso, alla figura  spontanea, autentica e vera del genitore “mamma” che, nonostante ansie e preoccupazioni, stanchezza, scoraggiamenti e sensi di colpa, è comunque in grado di trasmettere sicurezza e amore ai propri figli.

Rifacendosi agli studi sulla teoria dello sviluppo affettivo, Bruno Bettelheim (1903, 1990) ha esteso il concetto a entrambe le figure genitoriali, affermando che, per una buona educazione dei propri figli, non occorre cercare di essere un genitore “perfetto”  ma piuttosto un mentore “passabile”, cioè genitore che s’impegna nel ruolo dell’educatore, capace di trasmettere le proprie qualità, rimediare anche ai propri fallimenti , riconoscendo i propri limiti e gestendone il coinvolgimento emotivo.

Attraverso la comprensione  delle ragioni dei comportamenti dei propri figli, mettendosi nei loro panni, stabilendo con essi un rapporto di rispetto reciproco, basato su di una comunicazione emotivamente ed affettivamente efficace, sarà più probabile, secondo l’autore, riconoscere, affrontare e risolvere insieme i problemi che di volta in volta si presentano nella quotidianità della famiglia.

 Bettelheim nel testo “Un genitore quasi perfetto” (Saggi Feltrinelli, 2010) sottolinea l’importanza dell’impartire alla prole una buona educazione.

Insegnare ad esempio che la capacità di prestare attenzione a quello che ci circonda o la capacità dell’autocontrollo, sono atteggiamenti positivi che stanno alla base di ogni successivo apprendimento, sia a scuola che nella vita in generale, è già un potente detentore di valori e principi poiché sarà un mezzo che aiuterà i nostri figli da adulti, ad affrontare in modo più adeguato le difficoltà e le vicissitudini che incontreranno.

Scopo del libro preso qui in esame ( Un genitore quasi perfetto, B.Bettelheim) è quello di fornire esempi su certi aspetti dell’educazione dei figli, che potranno esser di aiuto nell’adempimento del mestiere più complesso del mondo ovvero quello dell’esser genitore.