Home COME FARE PER Quando una critica è utile e costruttiva?

Quando una critica è utile e costruttiva?

Nell’arco della giornata entro fino a tre volte al giorno su Facebook per motivi di lavoro e devo riconoscere che ogni volta lo faccio con la speranza di leggere riscontri positivi, racconti di progressi o di cambiamenti, ma sempre più spesso accade invece che si moltiplichino le critiche e gli attacchi proprio da parte di quelle persone che condividono con me la passione per il fitness.
Si tratta di una tendenza in forte espansione che sembra si stia radicando sempre più nella comunità della salute e del fitness.

critica costruttivaL’odio, le antipatie e il continuo lamentarsi di ogni metodo di allenamento e dei diversi approcci al fitness, spesso, sono diventati l’unico argomento di discussione. Personalmente non ho alcun problema con lo scherzo occasionale, con le battute o con quelle persone che lasciano la loro opinione, seppur negativa, perché riconosco che la critica, se fatta con intelligenza può favorire la crescita ed il miglioramento e per questo molte teorie meritano uno spazio appositi di confronto e di discussione, ma occorre a questo punto porsi una domanda:

“Le vostre critiche possono essere fonte di crescita o forniscono indicazioni tali da poter aiutare qualcuno o si tratta solo di un attacco aggressivo e passivo condiviso con il solo scopo di rafforzare le proprie credenze mirando a far si che tutti gli altri siano portati a vedere nel proprio approccio l’unico “giusto”da praticare?

A mio parere ciò merita una riflessione. Condividere le nostre opinioni e credenze in modo da poter influenzare gli altri può essere molto utile, così come è normale promuovere e diffondere il proprio pensiero o stile di vita e per questo, ciascuno, almeno una volta, si è trovato nella posizione di venir attaccato o criticato sia con ragione sia a torto. Personalmente mi sono venuto a trovare sia nel ruolo di dipendente sia in quello di capo e per questo ho potuto osservare tali meccanismi da entrambi i punti di vista, in realtà non ho mai avuto alcun problema con le critiche, anzi le ho sempre incoraggiate proprio perché ritengo che una critica fatta con intelligenza e buon senso possa essere molto positiva, far riflettere e innescare cambiamenti in positivo. Individuare i propri errori o difetti porta infatti a lottare per diventare migliore, ma quando invece accade che le mie inadeguatezza vengano evidenziate solo con lo scopo di giudicare, la critica diviene statica e improduttiva.

Una critica costruttiva, che si potrebbe definire anche direzionale è un tipo di feedback che, sebbene potenzialmente dannoso, mi mostra come posso migliorare e perciò rientra in quei passi da compiere lungo il mio percorso per diventare migliore. La critica statica al contrario a mio parere può essere paragonata ad un vicolo cieco in cui la negatività non ha alcun riscontro di crescita reale e il fine non è quello di offrire una diversa soluzione ad una questiona ma semplicemente quello di sentenziare e di giudicare senza alcuna propensione al miglioramento.

A mio parere occorre perciò porsi alcune domande importanti quando si ricevono critiche distruttive e di certo non indirizzate al miglioramento:

Perché preoccuparsi ancora della critica non costruttiva?

Che cosa si può ottenere di buono dalle lamentele, dagli attacchi e dall’esprimere un giudizio sentenzioso sullo stile di vita di qualcun altro?

State aiutando il prossimo indirizzandogli una critica statica e non costruttiva?

Con le critiche distruttive quale beneficio si ottiene?

No, no e no. La risposta è che tutto ciò che una critica statica e distruttiva genera solo altra negatività e si ferma alle parole senza creare niente d buono, nessuna crescita e nessun cambiamento.

Ognuno ha il diritto di affidarsi alle proprie convinzioni e seguire il proprio stile di vita, il compito di ciascuno di noi non deve essere quello di cambiare il mondo a propria immagine e somiglianza quasi come se fossimo una razza omogenea di individui tutti uguali. Se ciò accadesse sarebbe davvero una catastrofe e anche il progresso stesso si fermerebbe e non si registrerebbe più alcuna crescita né personale né rispetto alle nuove scoperte. Provate infatti a chiedervi: “quante volte nella storia è capitato che le grandi idee venissero inizialmente criticate e che i loro creatori fossero visti come emarginati?”

E’ importante chiarire però che entrambi gli estremi sono sbagliati, infatti i concetti espressi poco sopra non vogliono portare a credere che non vi siano informazioni o argomentazioni che non meritino critiche. Piuttosto è importante tenere a mente l’inutilità della critica cieca e priva di spunti costruttivi, quella si che rappresenta un pericolo. L’attacco personale senza alcuna direzione vero il miglioramento non ha alcuno scopo di esistere.

Tutte le persone sono diverse e ciascuno ha differenti personalità e un proprio metodo di apprendimento. Tra le letture utili a questo proposito consiglio il libro di Lynn Sarasin, “Learning Style Perspectives”, un testo basato su un modello educativo molto utile per capire come diverse persone assorbono differenti tipi di informazioni dall’esterno.

Una lezione importante da imparare per la propria crescita personale nella vita è quella di sviluppare una certa tolleranza e rispetto nei riguardi del pensiero del prossimo, maturando l’idea che non è possibile controllare le decisioni o le azioni degli altri. Ciò che si può fare è invece condividere i propri pensieri ed opinioni in una modalità volta alla promozione del pensiero critico che consenta alle persone di utilizzare tale critica direzionandola in maniera proficua per migliorarsi o immagazzinare nuove informazioni e competenze.

Quando non ci piace ciò che sta facendo qualcun altro non bisogna lamentarsene, ma occorre agire in positivo.

Si può diffondere il proprio messaggio, si può diffondere le proprie credenze e condividere la propria personale “verità” ma occorre farlo in modo tale da educare, informare e potenziare lasciando al prossimo la propria capacità di decidere.

In molti a questo punto potrebbero chiedersi: “ e se qualcuno è in disaccordo con me?” La risposta è semplice, bisogna continui a lavorare sodo per condividere le proprie convinzioni e farlo sempre e solo con lo scopo di aiutare ed informare, non di certo con l’intento di attaccare o giudicare con aspre critiche chi la pensa diversamente.

Quando ci si concentra solamente sull’essere nel giusto in ogni cosa e si cerca di soddisfare e accontentare tutti, si finisce per non piacere a nessuno. Lo stesso accade quando si prova a convincere il mondo intero che il proprio modo sia l’unico corretto e che tutti gli altri siano sbagliati, senza per altro fornire effettivamente informazioni che possano aiutare, in questo caso si ottiene solo il risultato di apparire agli interlocutori come persone boriose e arroganti. I concetti presi in esame naturalmente possono essere riferiti ad ogni ambito della vita e non solo al mondo del fitness, questo dev’essere dunque un ulteriore spunto a rifletter sul proprio modo di porsi nel dialogo e nel confronto con le idee altrui.

Per concludere dunque è giusto promuovere il benessere del proprio stile di vita, spingere gli altri nella propria direzione e indirizzare gli altri verso il cambiamento, condividere i propri pensieri cosicché anche le altre persone possano approcciarvisi. A questo scopo si hanno anche a disposizione utilissimi mezzi di comunicazione come i blog, i social media, i video e tutte le altre forme di interazione umana.

E’ vero che non saremo mai tutti d’accordo e non dovremmo esserlo, ma dobbiamo creare e lavorare per mantenere un ambiente che permetta alle persone di imparare senza costrizioni o giudizi sentenziosi dati dalle critiche sterili, ed infine si può sperare che a primeggiare siano le informazioni migliori, più salutari ed efficaci.