La steppa pordenonese percorsa in mountain bike.
Vasta area situata sulla pianura a nord est di Pordenone ricca di flora e fauna. Sia le acque del torrente Cellina che quelle del Meduna affondano nelle tipiche grave friulane, costituite da sassi che rendono la zona permeabile, nonostante le abbondanti piogge.
Vi sono anche ampie zone caratterizzate da una vegetazione di tipo steppico: rovi ed altre varietà di piante che resistono alle numerose piene. L’orchidea piramidale dall’ammaliante colore porpora è una presenza seducente per chi ama le piante particolari. Tra la fauna possiamo avere la fortuna di incontrare la poiana, il nibbio, il gheppio e molto raramente l’aquila reale.

Il capriolo, le lepri, le volpi i fagiani e molte altre specie animali e vegetali.


Nella zona accanto al paese di Montereale Valcellina il torrente Cellina gradatamente scompare sotto il manto di ghiaia, il Meduna subisce la stessa sorte solo più a valle, ma ambedue i corsi d’acqua riemergono in zona risorgive nel comune di Cordenons come spiaggia estemporanea sfruttata per la balneazione. Per chi pratica la mountain bike esiste un percorso che può avere inizio superato il paese di S. Foca svoltando a sinistra su una strada sterrata prima del ponte in direzione Vivaro. Il posto è riconoscibile poiché è visibile su un rilievo una torre di osservazione per gli appassionati di birdwatching.


Imboccata la strada sterrata non rimane che proseguire verso nord, avremo la vista dei “Magredi” sulla nostra destra.

La strada sterrata in leggera salita si congiungerà alla SR251, poco prima di una lunga e rigenerante discesa all’imbocco del ponte “Giulio”, che percorreremo fino al suo termine. Dopo averlo superato, su una curva a gomito, prima della salita in direzione Maniago imbocchiamo sulla destra la strada sterrata che scende sulle grave e si addentra nei Magredi in direzione sud.


Avrete modo, se siete in primavera di osservare un territorio unico, e magari di incontrare la fauna tipica del territorio. Meglio se muniti di un binocolo e una fotocamera, nonché di vedere le specie vegetali della stagione. Ma è il silenzio che aleggia nei Magredi a ritemprare e infondere piacere soprattutto per chi proviene dai caotici e rumorosi centri urbani. Silenzio interrotto solo dal richiamo o dal frullo d’ali di qualche volatile o dal gracchiare di qualche corvo.