Home SALUTE La psicologia nella lotta contro il cancro – La mia esperienza personale

La psicologia nella lotta contro il cancro – La mia esperienza personale

Psicologia e cancro: la mia esperienza personale.

Ho deciso di scrivere questo articolo riguardante il cancro in quanto è un tema a me molto vicino. Da alcuni anni mi sveglio ogni mattina e so che devo combattere con una battaglia che forse ho già perso a priori. Purtroppo, questa malattia, mi è stata diagnosticata per puro caso, un bel giorno, dal nulla. Era silente nel mio corpo. Lei a poco a poco si stava impossessando di me, mentre io ero ignara della sua esistenza. Al momento della notizia, è stato come se, in un solo istante, tutto il mondo mi fosse crollato addosso, non mi pareva vero che stesse succedendo proprio a me, l’incredulità, lo stupore, la meraviglia, la stavano facendo da padroni. Mi sentivo catapultata in una realtà totalmente diversa da quella in cui ero solita vivere e mi diventava difficile assimilare quanto avevo appreso. Con il trascorrere dei giorni i sentimenti iniziali di stupore affievolivano come i fiori in autunno, lasciando sempre più lo spazio alle paure, ai timori ed ai mille dubbi per il domani. Ma forse la cosa peggiore che mi assillava era il non poter gestire il dolore di chi mi stava accanto. Mi sentivo impotente nel vedere e nel sentirmi la causa di tanta tristezza. Guardavo gli occhi di mia mamma che ogni volta sfuggivano per non far vedere che erano pieni di lacrime, quasi come se fosse possibile nascondere tanta tristezza e tanto dolore. Guardavo mio padre, un’omone grande e grosso, osservavo il suo volto e non trovavo più quel sorriso e quell’espressione di rassicurazione che fino a pochi giorni prima erano impressi indelebilmente.

Psicologia e cancro
Psicologia e cancro

E’ chiaro che quando ci viene diagnosticato il cancro entriamo in un vortice di grande stress emozionale, sarebbe strano ed assurdo il contrario, in quanto ci troviamo impotenti di fronte ad una malattia che può intaccare la padronanza del nostro corpo e della nostra mente. Ma i sentimenti negativi che si provano, lo sconforto, l’autocommiserazione, non servono a nulla. Noi malati di cancro, non siamo persone diverse, non abbiamo bisogno di compassione, siamo esseri umani che devono combattere ogni giorno per vincere e per vivere. Cosa molto importante e da non sottovalutare è che non siamo mai soli, e non dobbiamo vergognarci di chiedere un supporto psicologico al personale di competenza.

Io, per esempio, ho l’aiuto di una psicologa molto brava e grazie ai suoi insegnamenti, oggi vedo e vivo la mia malattia in modo sereno. Ho imparato a convivere con il cancro e soprattutto a non fare di esso il punto primario della mia esistenza. Mi è stato insegnato che la vita, tanta o poca che sia, va avanti e che ogni giorno che nasce è un dono, per cui si deve vivere appieno, cercando stimoli che ci permettano di accrescere la nostra autostima e, finchè le nostre forze ce lo lasciano fare, tenere la testa occupata. Pensare a cosa accadrà domani non serve a nulla, perchè ci preclude di vivere il momento. Ed è per questo che il cancro e la psicologia sono strettamente collegati tra di loro, perchè il lato emotivo ed emozionale ha un ruolo importantissimo in questa battaglia, si è vero, non ci farà guarire, ma ci può aiutare a stare meglio.

La psicologia nelle varie fasi della malattia

Purtroppo le fasi e le stadiazioni del cancro sono molteplici, e di conseguenza altrettanti sono gli approcci psicologici che devono essere attuati. Molti studi hanno documentato una serie di sintomi come risposta psicologica dinnanzi ad una diagnosi luttuosa. Questi sintomi sono sostanzialmente sei e vengono riassunti come:

  • la fase del dubbio, cioè il momento in cui si presentano i primi sintomi della malattia, subentra la paura e l’angoscia per quanto sta accadendo
  • la fase della diagnosi, questo è il momento in cui subentra irrimediabilmente la negazione della malattia
  • la fase terapeutica che coincide con l’ingresso in strutture ospedaliere e cliniche. In questa fase si prende coscienza del fatto di essere malati
  • la fase della remissione dei sintomi, dove, grazie alle cure subite si ottiene un miglioramento fisico e di conseguenza psicologico
  • la fase terminale. Questa è la fase più difficile da sopportare e da supportare in quanto si effettuano le cure pagliative per cercare di alleviare il dolore. In questo preciso periodo la psicologia è molto importante sia per chi è affetto dal cancro, sia per chi gli sta vicino. Essere pronti ad affrontare questo triste momento non è facile e l’aiuto di personale specializzato non è da sottovalutare. Il cancro e la psicologia sono pertanto da considerare come due componenti strettamente collegate.

    Psicologia e cancro
    Psicologia e cancro

Reagire al cancro

Noi esseri umani ci distinguiamo gli uni dagli altri non solo dall’aspetto fisico, dal colore della pelle, ma anche dal carattere e dal modo in cui siamo soliti affrontare le situazioni che la vita ci propone. Così è anche per il cancro, l’approccio dinnanzi a tale malattia, non è per tutti i pazienti oncologici uguale. Esso dipende molto dallo stato psicofisico in cui ci si trova al momento dell’esposizione della diagnosi da parte del medico. L’elaborazione dell’apprendimento della malattia tumorale è uno dei processi più difficili e stressanti che un’individuo è tenuto ad affrontare, si tratta di metabolizzare una situazione, non voluta, a cui irrimediabilmente si dovrà andare incontro.

Oltre al fatto che la parola CANCRO, da sempre, ha suscitato terrore ed è stata sinonimo di morte. Oggi, con le nuove cure e protocolli oncologici, molti tumori si possono debellare ed alcuni si possono ritardare. Ma anche se la scienza e le terapie avanzano velocemente, le paure nei pazienti malati di cancro sono altrettanto immense. Pilowsky nel 1978 in un trattato di comportamento abnorme di malattia descrive che, nonostante il medico spieghi ed illustri in modo adeguato e minuzioso la malattia di cui soffre il paziente, delineando un corretto percorso di cure e terapie, la valutazione, la percezione e quindi di conseguenza tutti i comportamenti in relazione allo stato di salute  della persona affetta, diventino inappropriati e disadattivi. Pilowsky spiega anche come la psicologia nella persona malata di cancro porti alla minimizzazione della malattia stessa e alla negazione dei sintomi stessi. Quando si parla di psicologia e di cancro, non si può non fare cenno al Coping, termine di origine inglese che tradotto significa strategia di adattamento.

Questo vocabolo è molto usato sia in psicologia che in psicoterapia cognitiva ed indica l’unione di tutti quei meccanismi psicologici necessari per far fronte alle situazioni pericolose o stressati a cui una persona e sottoposta. Le capacità di affrontare il cancro dipende da diversi fattori, dallo stato psico-fisico, dalla cultura religiosa, dalla patologia in corso, dal livello di adattamento, dall’istruzione ricevuta ed anche da quanto si è a conoscenza riguardo l’argomento.

Meno si è preparati in materia e più la situazione ci spaventerà. L’incomprensibile, lo sconosciuto fa sempre più paura di qualcosa di cui si hanno nozioni, anche se solo in minima parte. Tornando a parlare di coping e di quanto questo sia importante, facciamo riferimento a Burgess. Egli, individuò, nel 1988, diverse strategie di coping per i pazienti affetti da cancro.

  • Hopelessness, termine che proviene dalla lingua inglese e significa disperazione. Esso è caratterizzato da una forte depressione in cui la persona ammalata non reagisce e non è in grado di accettare la diagnosi fatta.
  • Lo spirito combattivo, che si alterna a momenti di depressione e rassegnazione in cui la persona ammalata di cancro cerca di reagire in modo positivo alla situazione in cui si trova.
  • Accettazione, in questo step troviamo un paziente collaborativo, con livelli di depressione e disperazione lievi, ma con una convinzione buona di controllo sulla malattia stessa.
  • Negazione, a questo punto tutti gli stati d’animo ansioso e depressivi sono del tutto svaniti e si ha la padronanza della malattia.
  • Locos control interno. Con questo termine si intende quella persona che attribuisce a se stessa la causa di quanto sta accadendo e quindi ha la convinzione di poter modificare gli eventi. In questa fase il soggetto malato di cancro è molto collaborativo, crede in se stesso, si pone con estremo ottimismo di fronte alla malattia.
  • Locos control esterno. A differenza della spiegazione data prima, qui il paziente non sentendosi responsabile, tende ad attribuire tutte le colpe di ciò che sta accadendo a chi lo circonda. Per questo motivo ha un’atteggiamo negativo per il decorso della malattia.

Ma che la negazione e la rassegnazione di fronte al cancro siano due reazioni più che normali su questo non vi è ombra di dubbio. Esse sorgono come forma di autodifesa e come distorsione della visione stessa della realtà, diminuendo così il senso di oppressione che questa malattia provoca. Daltronde ogni giorno, nella vita quotidiana ci troviamo a negare qualcosa, una notizia che non vogliamo sentire, un ricordo doloroso o anche solo un pensiero triste che ci provoca sofferenza e lo facciamo per evitare di stare male. Il principio è lo stesso, non cambia nulla. Addirittura, nello studio longitudinale di Greer del 1990 (Fattore Psiche e Decorso della malattia) riportò come, analizzando 95 pazienti affetti da carcinoma in stadio precoce, la prognosi migliore la ebbero quelli che si aprocciarono alla malattia con negazione, combattività e desiderio di sconfiggere la malattia.

Conclusione

Che il cancro sia una malattia terribile e terrificante questo è indubbiamente fuori discussione e che la psicologia giochi un ruolo importantissimo e fondamentale altrettanto. Ma ci tengo a sottolineare che ogniuno di noi dentro di se ha una risorsa importantissima chiamata FORZA DI VOLONTA’. Essa non la dobbiamo mai perdere, come anche la speranza e la voglia di lottare. Ci saranno giorni neri, giorni bui e giorni in cui ci chiederemo il perchè questa malattia ha scelto proprio noi, ma non dovremmo mai arrenderci.

Psicologia e cancro
Psicologia e cancro

La battaglia sarà lunga, estenuante, spesso dolorosa e ci farà anche odiare di essere al mondo, ma dobbiamo ricordare che un nostro sorriso è il regalo più bello per chi ci ama e per chi sta combattendo insieme a noi. Già, perchè non siamo soli e, che ci piaccia oppure no, in questo triste vortice, siamo entrati con tutti i nostri cari e loro stanno soffrendo insieme a noi. Lottiamo per noi stessi ma anche per loro! Svegliamo alla mattina e viviamo ogni giorno con positivismo, aggrappiamoci alla vita con le unghie e con i denti. Non rendiamo facile la vittoria alla malattia, perchè troppe volte trova il terreno spianato. Se ci vuole deve faticare a prenderci.

E soprattutto continuiamo a lottare per le diagnosi precoci perchè sono fondamentali.