L’esame orale della maturità è l’ultimo scoglio che separa gli studenti dal tanto agognato diploma di maturità. Le prove scritte spaventano e preoccupano ma si è comunque soli davanti al proprio compito con una certa quantità di tempo da dedicare obbligatoriamente alla riflessione. Per l’esame orale è tutto un altro discorso: ci si deve esporre e occorre farlo al meglio!
Lo studio frettoloso dell’ultimo momento non può essere certo la soluzione per un esame orale brillante ma se al ripasso si aggiungono alcuni utili consigli allora si ottiene la ricetta perfetta per affrontare il colloquio e presentarsi al meglio davanti alla commissione esaminatrice.
Esame orale della maturità: perfetta la tesina
L’esame orale della maturità di norma inizia con l’esposizione della tesina che è stata consegnata alla commissione nei giorni precedenti. Questa fase è importantissima perché rappresenta il cavallo di battaglia dello studente, un lavoro personalmente scelto ed elaborato su cui certo non può farsi sorprendere impreparato o titubante. Esporre con disinvoltura lasciando trasparire entusiasmo per l’argomento e motivando la scelta è il miglior modo per colpire positivamente i commissari.
2. Esame orale della maturità: il tono della voce
Durante l’esame orale della maturità uno degli errori comuni in cui si tende a cadere è quello di non dosare in maniera equilibrata l’andamento della voce. Se quando lo studente espone la tesina, che conosce perfettamente, lo fa con un tono sicuro e vivace, veloce e senza pause, quando si passa alla fase successiva delle domande ogni differenza tonale, anche la più piccola salterà molto più alle orecchie dei commissari. Il consiglio è quello di dosare! Anche durante l’esposizione della tesina bisogna mantenere un tono medio, sicuro ma non frettoloso o eccessivamente declamatorio, cosicché se durante le domande libere si avesse bisogno di qualche minuto di riflessione o si incappasse in piccole incertezze gli esaminatori non sentirebbero in maniera eccessiva la differenza!
3. Esame orale della maturità: l’espressione facciale
Come per ogni situazione comunicativa, così anche per l’esame orale della maturità occorre controllare la propria espressione facciale. Presentarsi ai commissari con uno sguardo terrorizzato non è certo il miglior modo per fare buona impressione e anche se si risponde correttamente ai quesiti, gli esaminatori molto probabilmente manterranno l’idea di aver interrogato un bimbo impaurito e non certo un giovane adulto pronto al lavoro o all’università e questo inciderà certamente sul voto della prova. Il consiglio è quello di rilassare il volto, meglio un’espressione neutra di smorfie o occhi spalancati, a volte occorre dissimulare, anche se la domanda non è quella in cui speravate, per quanto possibile, fate in modo che la vostra espressione non racconti i vostri pensieri!
4. Esame orale della maturità: l’incubo delle date
Una delle maggiori paure degli studenti che affrontano l’esame orale della maturità è quella di dimenticare totalmente, nel momento in cui si è davanti alla commissione, quei piccoli ed essenziali dettagli come ad esempio le tremende date. Le date terrorizzano, siano queste di storia o di letteratura non importa, il fatto è che proprio quando servono sembrano sparire dalla mente. Il problema potrebbe essere risolto con le tecniche di memorizzazione, ma se comunque accade di dimenticarle come ci si comporta? Il consiglio è quello di non infastidire i commissari con inutili e veloci tentativi quasi come se si partecipasse ad un’asta! Nessun noioso mugugno gutturale aspettando che la misteriosa data riaffiori nella mente! L’importante in queste situazioni è avere un’idea per lo meno generale: non importa ricordare precisamente 1934, se ci si rende conto di non esserne sicuri basterà rispondere con un’indicazione più generale come ad esempio «Prima metà del ‘900, ma senz’altro prima del 1945».
5. Esame orale della maturità: non è una sfilata
L’esame orale della maturità non è una sfilata di moda o una festa sul modello della prima comunione. Eh si anche l’occhio vuole la sua parte e anche dall’aspetto esteriore i commissari ricavano informazioni sul candidato che siede loro davanti. Bando dunque ad all’abbigliamento cerimoniale, più ci si sente a proprio agio più ne beneficerà l’esposizione! E’ si un giorno importante ma i festeggiamenti è meglio rimandarli alla sera.
6. Esame orale della maturità: il giorno prima
La vigilia dell’esame orale della maturità è uno di quei momenti carichi di ansia e insicurezza tra un «non mi ricordo nulla» e un «devo assolutamente continuare a ripassare»! Anche per questa difficile giornata esiste il corretto modus operandi. Sveglia presto al mattino per sfruttare per l’ultimo ripasso le ore di maggiore concentrazione ed in più, alzandovi di buon ora, eviterete una tremenda insonnia la notte successiva! Dopo una buona colazione ha il via il ripasso organizzato, dalla tesina alle altre discipline ma non in maniera frenetica e agitata. E’ opportuno sapere già dal giorno prima cosa si vuole ripassare di specifico, perciò preparatevi una scaletta in base alle singole necessità. Nel pomeriggio invece i libri si chiudono, ciò che è fatto è fatto e non saranno poche ore a cambiare la vostra preparazione, ore che invece, se vissute in modo sbagliato, potrebbero compromettere la lucidità dell’esame orale. Meglio dunque dedicarsi ad altro, una passeggiata o un caffè con un amico, qualcosa di rilassante e che distenda i nervi, poi cena leggera e a letto entro mezzanotte come Cenerentola, il giorno dopo il risultato sarà palese al posto delle occhiaie!
7. Esame orale della maturità: la correzione degli scritti
Gli ultimi istanti dell’esame orale della maturità la commissione li dedica all’analisi delle prove scritte che vengono sottoposte al candidato per fargli presente eventuali errori o imprecisioni. In questo momento non va abbassata la guardia, sarebbe bene qualche giorno prima riflettere sulle prove sostenute, soprattutto sulla seconda, latino al classico, matematica per lo scientifico e via dicendo. Mostrarsi preparati e consapevoli anche di fronte ai propri errori non cambierà il risultato totale degli scritti ma certamente influirà sul giudizio della commissione.
8. Esame orale della maturità: come si rimedia ad uno sbaglio
Se durante l’esame orale della maturità si commette un errore, una svista o uno di quegli scivoloni eclatanti, niente paura! L’errore ormai è fatto ma il giusto modo di affrontarlo non va sottovalutato, mostrarsi comunque sereni, dispiaciuti ma non nel panico darà l’impressione ai commissari di aver dinanzi una persona matura e consapevole, pronta a reagire con un bel respiro e magari una simpatica battuta per spezzare la tensione. Perciò qualunque sia lo sbaglio fatto, vi scusate, fate un bel respiro per riavvolgere le idee e ripartite carichi e positivi: errare è umano dopotutto!
9. Esame orale della maturità: l’educazione prima di tutto
L’esame orale della maturità è un momento molto importante e ufficiale, viene per la maggior parte guidato dalle disposizioni ministeriali e la commissione che esamina gli studenti ricopre un ruolo importante. Quest’esperienza dunque va affrontata, si con il giusto spirito e carichi di energia, ma comunque senza dimenticare che, anche se alcuni fra i commissari sono i professori interni, non è una normale interrogazione scolastica in cui apostrofare l’insegnate con «prof!» è un modo simpatico di porsi. Mantenere un certo distacco formale e presentarsi alla commissione in maniera pacata ed educata non solo è il modo più corretto di affrontare l’esame di Stato ma lascerà trasparire la vostra maturità non solo nei contenuti ma anche nella personalità.
10. Esame orale della maturità: l’ultima domanda
Non è da escludere che il presidente della commissione o uno dei commissari alla fine dell’esame orale della maturità ponga una domanda fuori programma allo studente, una per la quale non bisogna studiare ma che se lasciata senza risposta può apparire ai commissari come la traduzione del detto «perdersi in un bicchier d’acqua»! La domanda in questione è semplice «cosa pensi di fare dopo la maturità?» Partendo dal presupposto che agli esaminatori non è dovuto saperlo, a volte pongono questo quesito per completare il quadro valutativo dello studente. Non importa se abbiate o meno deciso di preciso cosa fare, quale università, quale corso o quale lavoro vi attenda, l’importante è non lasciare che quella risposta renda vano il lavoro fatto nei quaranta minuti precedenti di mostrarvi come giovani adulti! Niente «Bho non ho deciso» e «all’università? non se ne parla!», meglio una risposta generica o un’idea in progress!