Quando si pensa di fare un viaggio all’estero per esplorare luoghi di rilevante importanza storica si immagina di poter visitare grandi musei e affascinanti siti archeologici nel corso delle giornate per poi tornare la sera al proprio alloggio, magari un hotel moderno e stellato con tutti i confort richiesti da una vacanza di qualità. La netta dicotomia tra visite guidate a spasso nella storia e cene gourmet a base di pietanze caratteristiche della cultura ospitante è proprio ciò che nella maggior parte dei casi funziona a meraviglia tanto da essere dato quasi per scontato, una scelta insomma che sopraggiunge naturale e non dà seguito ad ulteriori interrogativi o bisogni.
Ma se fosse possibile integrare il fascino dell’antichità con l’eleganza del design di ultima generazione? Ciò che oggi occorre domandarsi riguarda appunto la commistione di questi due aspetti parte integrante di ogni viaggio, un quesito del tutto irrilevante fino a poco tempo fa ma che d’ora in poi cambierà definitivamente l’approccio del turismo culturale, di certo quello di chi ha prenotato un biglietto per Antiochia.
La storia di Antiochia emerge dal suolo
Quanto ipotizzato in precedenza è esattamente ciò che è accaduto ad Antiochia, l’odierna Antakya, perla della Turchia che sorge sulle rive del fiume Oronte. La città, che è stata una delle più importanti e sviluppate del mondo antico, ha subito le conquiste e le dominazioni dei più grandi popoli del passato, prima degli Elleni, poi dei Romani, quelli insomma che hanno lasciato preziose tracce del loro passaggio in tutto il mondo e che, proprio ad Antiochia hanno realizzato un patrimonio universale di bellezza: i famosissimi mosaici.
La città moderna sorge sulle rovine del proprio passato ed ogni scavo archeologico condotto sul territorio ha portato alla luce splendidi tesori di antica bellezza, ma i mosaici sono senza ombra di dubbio uno dei fiori all’occhiello di Antiochia, non si parla di singoli ritrovamenti ma di una vastissima area che raggiunge fino a 10 mila metri quadrati ricoperta interamente da pavimenti musivi databili fra le prime decadi del secondo secolo fino al 526 d.C, l’anno in cui la vita ad Antiochia fu spezzata a causa di un tremendo terremoto.
Ad Antiochia sorge il primo hotel museo al mondo
Beni universali di tale pregio, quali sono i mosaici di Antiochia, non possono essere ignorati né tantomeno venir ricoperti da strati di cemento e calcestruzzo, necessitano piuttosto di essere accolti e valorizzati in un contesto museale che permetta a ogni individuo, che abbia la fortuna di calpestare il suolo di quella splendida città, di ammirarne la bellezza. E’ da questi intenti che è nata l’idea di unire la realizzazione di un museo e quella di un hotel, non più due costruzioni separate da un punto di vista fisico e concettuale, piuttosto unite nell’idea di una modernità che valorizzi il passato.
L’hotel museo di Antiochia, che aprirà molto presto, sorge proprio sugli scavi archeologici nel cuore della città accanto alla nota Grotta di San Pietro un’importante meta del turismo religioso per via del pellegrinaggio che i cristiani compiono sul vicino monte Starius. Il basamento della struttura è interamente occupato dal sito archeologico dove, tra l’altro, è stato ritrovato il più grande frammento di mosaico al momento conosciuto in tutto il mondo, una pavimentazione che raggiunge i mille metri quadrati. Questo, insieme con moltissimi altri a lui simili per bellezza e rilevanza storica, è stato accolto e integrato nella costruzione dell’hotel museo, anzi è proprio grazie alla realizzazione di questo progetto architettonico che è stato possibile puntare ad una massima valorizzazione dei beni storici. Purtroppo infatti è accaduto più di una volta che per mancanza di finanziamenti o di altre risorse, beni storico-archeologici venissero abbandonati, letteralmente seppelliti sotto l’ergersi inesorabile di moderne costruzioni che, oltre a confinare per sempre sotto quintali di cemento la storia dell’umanità, danneggiano in maniera spesso irreparabile quelli che sarebbero potuti essere preziosi ritrovamenti.
Ma vediamo di comprendere meglio come sia stato possibile nel concreto ergere la costruzione di un moderno edificio su uno dei più maestosi ritrovamenti archeologici finora portati alla luce.
Il team di architetti che ha curato il progetto di realizzazione dell’hotel museo di Antiochia ha posto come primaria necessità per la sua costruzione l’integrazione di tutto il sito archeologico all’interno della struttura originaria. Da ciò è sorta la necessità di ideare una soluzione affinché i mosaici potessero essere ammirati dai turisti e dagli ospiti dell’hotel in qualsiasi momento, un bisogno che è stato totalmente soddisfatto grazie alla costruzione di una pavimentazione trasparente dalla quale si ergono le colonne che sorreggono la struttura dell’hotel vero e proprio dove, ad un livello sopraelevato, sono state accuratamente disposte le 199 stanze per gli ospiti, camere prefabbricate collocate sotto un tetto dalla linea modera e spigolosa in acceso contrasto con le sue fondamenta dove si diramano le antichissime strade, mura e ovviamente i mosaici che disegnano la planimetria di una città che ancora oggi racconta molto dello suo passato glorioso . Il sito archeologico è stato integrato completamente nella struttura principale infatti è proprio grazie ad un sistema di passerelle, corridoi e ponti minuziosamente studiati in ogni dettaglio che le pavimentazioni mosaiche si fondono con i moderni ambienti della struttura ricettiva. A rendere possibile questo incantevole intreccio fra la storia ed il futuro di Antiochia è stato lo studio Emre Arolat Architects che per il progetto illuminotecnico ha collaborato con il celebre Lighting Designer Marco Petrucci e con lo studio di Piero Castiglioni.
Fin dal primo momento il dottor Marco Petrucci ha compreso quanto in questo progetto fosse di importanza fondamentale l’illuminazione per valorizzare ogni centimetro quadrato di storia su cui sorge l’Hotel museo. Il designer ha deciso perciò di trasformare la realtà costruita attorno al gigantesco sito archeologico al fine di creare un gioco di luci che mostrasse i reperti archeologici e al contempo illuminasse gli ambienti dell’Hotel nello specifico la hall, il ristorante, il salone principale, la sala da ballo, la piscina e il fitness center situati appunto ai piani inferiori in corrispondenza del sito archeologico.
Il progetto di lighting design dell’Antakya Archaeological Museum ha così optato per la realizzazione di un unico sistema di proiettori che sono stati integrati direttamente nell’architettura, inserendoli nella copertura della stessa. Grazie ad apparecchi dotati di sorgenti LED ad alta emissione e bassa manutenzione, è stato dunque possibile ottenere un’illuminazione uniforme ad elevato rendimento, ma che ha un impatto visivo incredibilmente minimo per via delle ridotte dimensioni dei congegni impiegati. Da un tale sistema di illuminazione curato nel minimo dettaglio è stato possibile raggiungere anche significativi risultati riguardo alla resa cromatica indispensabile per l’illuminazione del sito archeologico. Trattandosi però di reperti storici di grandissimo pregio, il designer Petrucci ha dovuto in fase di progettazione considerare anche le normative inerenti l’illuminazione di beni artistici che devono essere severamente rispettare per scongiurare il pericolo che i mosaici vengano danneggiati. Con grande maestria ha saputo infatti trovare una soluzione anche a questo problema progettando fasci di luce con una temperatura di colore di 3000° K la cui emissione è controllata grazie a un sistema ottico specifico.Ciente
All’hotel museo di Antiochia sarà dunque ben presto possibile passeggiare nel passato per ammirarne la sua bellezza pur vivendo in un ambiente futuristico di elevata qualità e con tutti i confort richiesti da una moderna struttura ricettiva mentre si ammira dalle grandi vetrate il panorama mozzafiato della città.