Farsi congelare tramite la “criogenesi”, per potersi risvegliare nel futuro, sembra essere molto più di una scelta eccentrica.
Una giovane inglese, ha ottenuto dalla Alta Corte di Londra, previo il consenso della madre ma contro il volere del padre, l’autorizzazione in via definitiva e inappellabile all’ibernazione post mortem.
La criogenesi non è altro che il sistema ritenuto più sicuro per poter ottenere una conservazione a lungo termine, si parla in questo caso di 300 anni, del corpo umano in forma monitorata da medici e con l’ausilio di apparecchiature sofisticatissime.
La quattordicenne malata di una rara forma di cancro, ha iniziata una lotta legale affinchè questo suo desiderio di sottoporsi a “criogenesi” le fosse riconosciuto come diritto.
La tecnica della “criogenesi” è sintetizzabile in questo:
- Abbassare la temperatura del corpo umano quanto più possibile gradualmente
- Rallentare le funzioni vitali
- Mantenere il corpo umano in condizioni intatte
- Risvegliarlo dopo un certo numero di anni applicando un sistema inverso.
- Farlo resuscitare affinchè siano possibili cure dopo ricerche più avanzate.
La giovane ha convinto il Giudice Peter Jackson della Alta Corte di Londra, che con la “criogenesi” avrebbe potuto sperare di rivivere, di avere una nuova chance grazie alla rapida evoluzione della medicina dimostrata in questo ultimo decennio.
Il Giudice si è detto commosso della forza d’animo e dell’impegno che la giovane ha dimostrato nel lottare per non essere sotterrata, pur precisando che la sua è stata una decisione molto meno legata alla quattordicenne ma votata al risolvere la disputa fra i genitori su come disporre del corpo della figlia dopo la morte.
