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Come coltivare il piacere di leggere

leggere libri

Ormai ne parlano tutti, anche i TG nazionali, gli studenti universitari italiani non conoscono la propria lingua e fanno errori di composizione, di grammatica e di sintassi da terza elementare.

La prima colpevole che verrà messa al rogo è sicuramente la tecnologia. Si dirà che con i computer, gli smartphone e i tablet, e i vari social media come Facebook,  Twitter, Whatsapp, tramite i quali è nato un vero e proprio modo di esprimersi, alternativo al linguaggio parlato e scritto tradizionale, i nostri giovani non sanno più esprimersi chiaramente. E questo è grave soprattutto per coloro che in futuro dovrebbero costituire la nostra classe dirigente (anche se, lo diciamo con una certa tristezza, la riforma dell’Università sembra aver peggiorato le cose in termini di qualità rispetto al passato. Speriamo di sbagliarci).

Comunque è certamente vero che noi italiani in generale non abbiamo un buon rapporto con la lettura e i libri. Probabilmente, questo dipende, fondamentalmente, dal fatto che non siamo stati educati alla lettura.

Qualcuno, anche qui, darà la colpa al nostro sistema educativo, il quale certamente presenta molte carenze, ma forse, se onestamente ci facciamo un esame di coscienza, dobbiamo ammettere che la scuola deve essere coadiuvata attivamente dalla famiglia. Comunque, il nostro scopo non è certo quello di minare un’istituzione fondamentale per ogni società, qual’è la famiglia, né quello di voler passare sotto silenzio il lavoro, anche estenuante, fatto da molti genitori, alcuni dei quali lasciati colpevolmente soli; ma di contribuire, modestamente, con dei suggerimenti pratici a cui forse a volte non si pensa, ma che possono far nascere nei nostri giovani il piacere della lettura.

La prima cosa che va detta è che prima si comincia  meglio è. Ad esempio, se abbiamo figli piccoli, che ancora non sanno leggere, possiamo, comunque, far prendere loro confidenza con i libri, dandogli in mano dei libri illustrati. Come dimostrano molti studi di psicologia cognitiva e pedagogia le illustrazioni, soprattutto se ben fatte, hanno una grande capacità di influire sullo sviluppo del pensiero e del ragionamento. Se poi a questo riusciamo, come genitori, nonostante il nostro programma estenuante, ad aggiungere di leggere regolarmente ad alta voce ai bambini, sicuramente si avranno risultati migliori. Il regolarmente, vuole suggerire, lo diciamo chiaramente, di far diventare la cosa un’ abitudine.

La lettura, come il lavarsi le mani o i denti o il rimettere in ordine la camera, diremo una cosa ovvia, è un’abitudine e le abitudini, sopratutto quelle buone, si prendono da piccoli. Se poi  questa abitudine nella mente del bambino viene associata a ricordi piacevoli, come l’abbraccio della madre o il sorriso del padre, sara’ molto probabile che quel bambino amera’ la lettura.

Mano mano che crescono, poi, si possono indirizzare alla lettura usando ad esempio dei fumetti ( ai miei tempi si usava Topolino, che è sempre un cult).

Certo nulla può sostituire il nostro esempio. Checché se ne dica, i figli tendono ad imitare i genitori. Questa è una verità quasi incontrovertibile. Quindi se vogliamo far crescere degli amanti della lettura dobbiamo farcela piacere per primi noi. Potrebbe essere utile ( e anche qui per qualcuno potremo sembrare degli eretici), stabilire dei momenti nel corso della giornata o della settimana in  cui la TV è spenta e si svolgono altre attività come leggere o conversare.

Certo, lo riconosciamo, sono solo dei suggerimenti e che richiedono anche un certo impegno, ma se la ricompensa è quella di far diventare i nostri figli persone che sanno ragionare e si sanno esprimere compiutamente, forse il gioco vale la candela. E poi, probabilmente, anche noi, insieme a loro, impareremo il piacere di leggere.