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Benevento: viaggio nella sua tradizione natalizia

Il Natale, si sa, è la festa più suggestiva dell’anno, ricca di amore e di tradizione, quella in cui le famiglie si ritrovano, intorno ad un tavolo,per pranzi lunghi e  abbondanti. E’ anche il momento dell’amore, della gioia, e dei regali.

Il Natale è magia. E’ presepe. E’albero. E’ luce. Ma è anche e soprattutto cibo. Ogni regione, ogni città ha il suo piatto tipico, quello che se  non lo cucini non è Natale, che ti fa pensare a casa tua e a quel giorno in qualunque parte del mondo tu sia.

A Benevento, la mia città, che è la città più antica In Italia e che, secondo la leggenda, è stata  fondata addirittura da Diomede , il giorno di Natale è tradizione mangiare il cardone. E’ un piatto tipico, che si fa solo in questa città nel giorno di Natale. Si prepara con i cardi, precisamente la varietà gobbo, di cui si usano le parti interne, che sono le più tenere. Il cardo è un ortaggio invernale con forma simile al sedano, appartiene alla famiglia di carciofi, ma ha  un sapore più  delicato.

I cardi devono essere prima puliti e poi fatti macerare nel limone , per evitare che anneriscano. Si prepara un brodo di pollo, arricchito da polpettine di carne e pinoli, e vi si cuoce il cardone. Si aggiungono poi uova sbattute. E’ un piatto unico, all’apparenza leggero, ma in realtà sostanzioso, che si prepara solo a Benevento. Esistono in alcune zone della provincia altre varianti, con verdure diverse dal cardo, preparati in modo simile, ma non sono la stessa cosa.

Per il beneventano Doc, il cardone è il piatto del Natale, e in qualunque parte del mondo si trovi, cercherà sempre quel tipo di cardo, che gli permetta di ritrovare l’aria di casa. Non è però un’impresa facile.

Altro simbolo del Natale è il torrone, e per fortuna la sua reperibilità è meno complicata. Anche se le origini del torrone sono poco chiare, Benevento, a ragione, ne rivendica la paternità.

Da queste parti, la “copeta” ha origini antichissime,  fin dai tempi dei romani, che la apprezzavano senza distinzione di ceto o di classe sociale.

La copeta beneventana è un preparato a base di zucchero, miele, mandorle e nocciole:il torrone è una sua evoluzione, più elaborata.

il nome deriverebbe dal termine “cupedia”, cioè ghiottoneria. La leggenda narra che nella famosa battaglia delle Forche Caudine, l’orgoglioso popolo sannita sconfisse i Romani. Non li uccise, però, ma li fece prigionieri, proprio perchè loro potessero poi raccontare la storica impresa. I soldati sconfitti preferivano lasciarsi morire di fame:ma non riuscirono a resistere alla bontà della copeta.

Marco  Valerio Marziale scrisse che il sannio era famoso per le sue cinque C:Carduus, Cepae, Cerebrata , Cupedia e Chordae, cioè cardone, cipolle, cervella, cupeta e corde.

E’ sopratutto nel XVII secolo che la fama del torrone di Benevento si moltiplica, infatti nelle festività natalizie il prodotto veniva mandato a Roma, a prelati e ad altri personaggi della capitale.

Esisteva una tipologia di torrone chiamata appunto  torrone del Papa, che in città era prodotta  dalle Fabbriche Riunite Torrone di Benevento, la più antica azienda del settore,  fondata nel 1908 da un gruppo di artigiani del torrone e rilevata poi da un unico uomo, Mario Rosa.

Il nome Rosa, a Benevento, è sinonimo di torrone,e di pasticceria di qualità.

Naturalmente, in città ha sede anche l’industria Alberti, che produce il rinomato liquore a marchio Strega, dal caratteristico colore giallo, e tutte le varietà di torrone Alberti, dai formati tradizionali alle praline Magia, disponibili in vari gusti.

I prodotti Alberti sono distribuiti e quindi reperibili in tutto il mondo:non si può dire lo stesso del cardone, non così facile da reperire.

Vale la pena di venire a Benevento per assaggiarlo…. Provare per credere…