L’acromegalia è una patologia causata da un’eccessiva produzione di ormone della crescita in età adulta. Si tratta di una condizione rara, ma che richiede una diagnosi precoce per evitare danni permanenti.

I sintomi dell’acromegalia di solito si instaurano in un arco di tempo piuttosto lungo, mesi o anni, diventando man mano sempre più evidenti. Alla loro origine, un’anomala attività metabolica mediata dall’ormone della crescita, o Gh. Questi agisce sia per via diretta che innalzando i livelli di somatomedina C. In condizione normali ciò stimola la sintesi proteica, ha azione permissiva sull’utilizzo degli acidi grassi liberi (NEFA) come fonte energetica, e promuove l’accrescimento delle masse muscolari e delle cartilagini. In più, favorisce la neoglucogenesi. Questa è il fondamentale processo metabolico che consente di sintetizzare glucosio, il principale carburante energetico utilizzato dall’organismo, partendo da precursori quali gli aminoacidi (i costituenti delle proteine), il lattato, il piruvato e altri. Tutte funzioni necessarie all’organismo, ma che in caso di eccesso di Gh subiscono alterazioni dannose per la salute.
Il risultato è un innalzamento cronico della glicemia, fino ad arrivare ad un franco diabete. L’azione di stimolo sulle cartilagini di crescita e sui visceri si traduce invece nell’ingrossamento del cuore, degli altri visceri e delle estremità (mani e piedi); condizioni pericolose e anche mortali per la possibile insufficienza cardiaca e, talvolta, la concomitante insufficienza respiratoria originata dalla deformazione della gabbia toracica.
Le cartilagini in eccesso inoltre esercitano fenomeni compressivi sulle strutture circostanti, con conseguente dolore, riduzione della motilità e possibili emorragie.
Altri sintomi meno gravi ma caratteristici sono la macroglossia (ingrossamento della lingua), iperidrosi (eccesso di sudorazione), diastasi dentaria (si forma una fessura vuota fra i 2 incisivi superiori), e una modifica dei lineamenti del viso. Frequenti anche le disfunzioni erettili nell’uomo e alterazioni del ciclo mestruale nella donna.
L’acromegalia è una condizione rara, le statistiche mostrano un’incidenza di circa 40 casi per milione. La causa più frequente è un’adenoma dell’ipofisi, la ghiandola che secerne l’ormone della crescita. Altre volte l’origine è un tumore: ad esempio carcinoidi, alcuni tumori del polmone o neoplasie endocrine multiple (più esattamente la sindrome di Wermer, che interessa anche le paratiroidi e il pancreas).
La terapia è chirurgica, quando possibile, e consiste ovviamente nell’asportazione del tessuto che produce Gh. In alternativa si effettua la radioterapia e una terapia farmacologica. I medicinali usati più comunemente sono la somatostatina e gli agonisti dopaminergici, somministrati in combinazione. E’ essenziale diagnosticare e trattare l’acromegalia il prima possibile. La maggior parte dei danni che produce nell’organismo infatti, nelle fasi avanzate non sono reversibili. Ciò vuol dire che il soggetto dovrà convivere con il diabete, l’insufficienza cardiaca e le altre problematiche tipiche della malattia a meno che non sia stata curata prima del loro insorgere.