Dall’inizio di quest’anno in Italia sono state uccise 83 donne. Un numero elevato, e che non può essere ignorato. Nella maggior parte dei casi, dalla parte dell’assassino, c’era l’uomo che amavano. Se anche tu sei vittima di violenza domestica, o conosci qualcuno che la sta subendo, ecco cosa fare per uscire dalla spirale della violenza domestica.
Secondo l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) la violenza domestica è un fenomeno molto diffuso, soprattutto in Italia, dove in media si consumano 1 su 4 omicidi all’anno sulle donne. Un primato molto triste e del quale, dopo siti come Femminicidio, ha iniziato ad occuparsene il programma Amore Criminale.Tanto diffuso al punto che addirittura è stato istituito un numero da chiamare in caso di violenza o di stalking, il 1522.
Ma cosa si intende per violenza domestica? Sempre secondo a quanto riportato dall’Oms, la violenza domestica sono una serie di comportamenti, adottati da una persona del nucleo familiare, di tipo coercitivo e che hanno lo scopo di controllare emotivamente o di incutere terrore nella vittima. Le vittime più frequenti di violenza domestica sono le donne, ma si sono avuti anche casi di violenza perpetuati sui bambini e sugli uomini, anche se sono molto più rari.
Come è possibile uscire dalla spirale della violenza domestica se si è vittima, o come fare ad aiutare una persona che la sta subendo? In questo articolo ti daremo alcuni consigli da attuare in caso di violenza domestica, ma ricordati sempre: la denuncia è il primo passo per uscire dalla spirale della violenza domestica, come anche la richiesta d’aiuto ad un centro antiviolenza.
1) In caso di violenza domestica, la prima cosa da fare è quella di rompere l’isolamento (sul quale l’aggressore fa leva per ridurre all’impotenza la vittima) e di parlarne con una persona fidata.
2) Rivolgiti alle forze dell’ordine e denuncia quello che avviene tra le mura domestiche. Se hai paura di tornare a casa, fatti accompagnare da un membro dei carabinieri (se è possibile), oppure da un amico, da un’amica o da una persona di cui ti fidi.
3) Contatta il più vicino centro antiviolenza. I centri sono delle sistemazioni temporanee (in genere è possibile stare fino a tre mesi, mentre nei casi più gravi si può arrivare fino a sei), ma protette, che accolgono sia le donne sia i bambini che sono vittime di violenza domestica. Se non c’è disponibile un centro antiviolenza, chiedi ad un amico, ad un’amica o ad una persona fidata di ospitarti temporaneamente. Se i tuoi genitori abitano nelle vicinanze, un’altra soluzione ideale sarebbe di andare temporaneamente da loro.
4) Se ci sono stati testimoni agli episodi di violenza domestica, come i vicini, è importante individuarli. Se ci sono inoltre dei referti in casa, è importante portarli con sé alla centrale di polizia quando si va a sporgere denuncia.
5) Qualunque cosa accada in seguito, non accettare mai appuntamenti da parte del tuo aggressore né tanto meno recati da sola. Secondo le cronache che si leggono, è proprio in queste occasioni che si consumano la maggior parte dei femminicidi.
6) Per evitare fenomeni di stalking, cambia il numero del tuo cellulare. Cerca inoltre di non rimanere mai da sola e di non trovarti in luoghi isolati o poco affollati, poiché sono quelli più probabili dove l’aggressore cercherà di colpirti.
Per altre informazioni e per vedere come riconoscere i segnali tipici della violenza domestica, puoi consultare il fascicolo della polizia a questo indirizzo.