LA FESTA DELLA DONNA
Come ogni anno l’otto Marzo ricorre la Giornata internazionale della donna (o Festa della donna) per ricordare tutte le donne che hanno combattuto per riuscire ad ottenere gli stessi diritti politici, sociali ed economici degli uomini. Perché, durante il corso dei secoli, la donna è stata sempre discriminata? Forse al giorno d’oggi, in termini di umanità e benevolenza, è difficile dare una spiegazione che soddisfi le nostre domande, che forse per sempre rimarranno tali. La donna già dall’antica Grecia e fino a pochissimo tempo fa, era vittima dell’uomo, era vittima di un popolo pronto a giudicarla, era vittima di uno Stato pronto ad ucciderla e per molto tempo è stata, quasi, “vittima di se stessa”. Chissà quante volte tutte quelle povere donne si siano chieste il perché proprio loro siano dovute nascere donne, siano dovute nascere “diverse”. Oggi è tutto diverso. L’uomo deve tanto alla sua donna. L’otto Marzo è uno dei momenti più importanti per fare sentire importanti coloro che per noi lottano giorno e notte, contro tutto e tutti pur di renderci felici. Una mamma per un figlio, subirebbe le pene che, qualche tempo fa, nel Marzo 1908, le operaie della Cotton, un’industria tessile di New York, iniziarono a scioperare contro le loro disumane e terribili condizioni lavorative. Lo sciopero durò fino a quando, l’8 marzo, il proprietario della fabbrica, un importante e ricco Americano, dopo averle rinchiuse in essa, barricò tutte le uscite. Poco dopo divampò un incendio, forse appiccato dallo stesso proprietario, in cui persero la vita ben 126 operaie. Dalla fabbrica nessuno ne uscì vivo. L’otto Marzo è stata, dunque, una data terribile per il mondo femminile e per il mondo intero. Gli auguri che però alle donne vengono rivolte dai propri mariti, figli, nipoti, fratelli, sono auguri sinceri. Auguri per delle persone degne di essere ricordate non l’otto Marzo di ogni anno, ma ogni giorno della nostra esistenza. Auguri sinceri a tutte le donne, che come ogni giorno, lottano per loro e per gli altri.
