In Liguria, a pochi chilometri dalla frenetica città di Imperia, sorge Triora, o più conosciuto come il Borgo delle streghe, un paesello arroccato su di un’altura a 780 metri sopra il livello del mare. Conta 380 abitanti ed è considerato uno tra i Borghi più belli d’Italia.
La sua superficie si estende nella Valle Argentina e nella Vallata del Torrente Tanarello. Triora, non solo si porta dietro una storia non indifferente riguardante l’inquisizione e la caccia alle streghe, ma ha anche una notevole importanza per la bellezza dei suoi monumenti che non possono passare inosservti agli occhi dei visitatori che si addentrano per le sue vie.

Triora, i suoi monumenti ed il museo delle streghe
Chi decide di visitare Triora, il Borgo delle streghe, si imbatterà nella Piazza del paese dove troverà la bellissima Colleggiata dell’Assunta. Essa fu costruita su di un tempio pagano ed è in stile romano – gotico. Un disegno del ventottesimo secolo appare a tre navate ma nel 1770 è stata ridotta ad un’unica navata centrale. Nel 1837 la facciata venne rifatta completamente in stile neoclassico e fu ricoperta con lastroni di pietra nera. Oggi, del progetto originale, possiamo però ancora vedere, il portale e la base del campanile, che sono rimasti invariati nel corso degli anni. Al suo interno si possono ammirare la Pietà e San Giacomo del ‘400, il Battesimo di Gesù del 1397 eseguito da Taddeo di Bartolo, molti quadri su tela raffiguranti la Madonna ed i Santi, sopra all’altare si trova un’ancora che raffigura l’Assunzione di Maria Vergine. Al di sotto del pavimento, illuminato da dei monofori, vi è l’Oratorio Vecchio di San Giovanni Battista, che oggi viene usato come luogo di raccoglimento dalla Confraternita dei Disciplinati.
Dalla Piazza di Triora, ci si sposta al Museo Etnografico e della stregoneria, che fu realizzato nel 1983 da Padre Francesco Ferraironi. Ai piani, esso si divide in sei sale che raccontano fedelmente la vita quotidiana degli abitanti di Triora e della Valle, con i loro lavori nei campi. Spaccati di vita di tutti i giorni, con manufatti ed attrezzi che regolarmente venivano utilizzati.

Nei sotterranei, che un tempo erano adibiti a carceri, troviamo la parte adibita alla Stregoneria. Addentrandoci in questa parte di museo le sensazioni che ci pervadono sono le più svariate, dalla curiosità al timore del soprannaturale. Qui troviamo quattro lugubri sale dedicate alla storia della stregoneria locale di Triora, in due di queste vengono ricostruite scene degli interrogatori svolti alle donne accusate al tempo del Processo, nelle altre sale invece oltre ad essere esposti documenti relativi all’inquisizione ed al processo stesso di Genova, troviamo riproduzioni artigianali di streghe nelle loro azioni quotidiane.

Camminando e godendosi un meraviglioso panorama, non si può non visitare la caratteristica Chiesa di San Bernardino di Triora, che risale al quindicesimo secolo, una piccola chiesetta campestre con un porticato molto rustico a tre arcate, con capitelli e colonne. Al suo interno si possono apprezzare parecchi affreschi attribbuiti al celebre Canavesio ma anche a Taddeo di Bartolo, che fu colui che lasciò la tavola a fondo d’oro, tutt’oggi custodita nella Colleggiata. La particolarità di questa chiesa è che custodisce un quadro dipinto nel 1397 che è il più antico della Liguria di Ponente nel suo genere. Tale quadro rappresenta il Cristo sulle sponde rocciose del Giordano mentre San Giovanni Battista somministra il battesimo ed il Padre e lo Spirito Santo vengono rappresentati sotto immagine di colomba.

Come credenza popolare vuole che chi passa per Triora debba vedere la nominata Cabotina, ossia il vecchio casolare che sorge nel quartiere Ca Botina, che la leggenda vuole fosse abitato dalle streghe (o Baggiure).

Triora, il borgo delle streghe e l’inquisizione
La caccia alle streghe di Triora risale al 1587, quando, in seguito ad una terribile carestia e pestilenza che rischiò di portare il paese ad una morte collettiva, venne chiesto alle autorità religiose e civili di investigare sul caso ed arrivò così l’inquisizione di Genova e di Albenga che affermò la presenza del maligno ed alcune donne vennero incolpate. Tali carestie, oggi sappiamo che furono causate dalle manovre economiche dei proprietari terrieri e non dalle stregonerie come vollero all’epoca dei fatti far credere, ma ormai poco conta.
Era semplice, all’epoca dei fatti, per un paesino come Triora, arroccato sui monti, superstizioso, cercare le cause più semplici per giustificare una catastrofe tanto grande, e la soluzione più facile era quella di incolpare “le streghe”, ossia coloro che vivevano isolate, fuori dalle mura del paesello, nel posto più povero, Ca Botina. Vennero così prese alcune abitazioni private e rese prigioni, la più famosa delle quali fu Casa dei Maggio, ancora oggi conosciuta come Ca’ de bagguire (casa delle streghe), ma in poco tempo alcune delle povere donne recluse si tolsero la vita suicidandosi. In seguito di queste terribili morti intervenne il Consiglio degli Anziani che chiese di agire con più cautela. Le donne, su volere del commissario Scribani, vennero trasferite a Genova, ma la caccia alle steghe per il commissario era appena iniziata.
I reati che imputava alle poverette erano di commercio con il demonio, reato contro Dio, omicidio di donne e bambini etc… Tutto stava prendendo una brutta piega, l’inquisizione aveva perso l’obiettività e si stavano cercando colpevoli anche dove non vi erano. Si volevano teste mozzate ad ogni costo. Queste persecuzioni non riguardavano più solo Triora ma si erano ormai espanse anche ai paesi vicini fino ad arrivare a Sanremo.
Scribani chiese il rogo per altre quattro donne ma il governo chiese ulteriori prove prima di accettare la richiesta. Così Scribani fu obbligato a rifare i processi alle donne e confermò nuovamente la condanna a morte per il reato di stregoneria. Ma da Genova, poco prima dell’esecuzione, arrivò il Padre inquisitore, unico avente i poteri di giudicare i fatti ed i crimini riguardanti la stregoneria e cancellò la condanna al rogo per le donne, che vennero inviate al carcere di Genova. Poco tempo dopo, nel 1589, il Doge, inoltrò al Santo Uffizio, richieste di mettere fine a questi terrificanti processi ed il 23 aprile finì una volta per tutte la tortura della caccia alle streghe e delle barbarie che queste donne furono costrette a subire.
Il processo a Triora, il borgo delle streghe, è stato uno dei più grandi processi Italiani, e che sia stato svolto nella più totale legittimità, su questo molti sono i dubbi, come tante sono le grida delle donne uccise ingiustamente dall’inquisizione e dalla stupidità!