Sulla scia delle tecniche ipnotiche ed in particolare delle ricerche sul sonno condotte dal fisiologo Oskar Vogt, lo psichiatra tedesco Johannes H. Schultz, agli inizi degli anni ’90, ha idealizzato e messo a punto una tecnica che, a differenza delle precedenti metodiche, attribuisce all’uomo un ruolo molto più attivo nel raggiungimento dello stato di rilassamento: Il Training Autogeno.
La metodologia si esplica attraverso degli esercizi che investono principalmente la funzione cognitiva del PENSIERO (una serie di esercizi di concentrazione che si focalizzano su diverse zone corporee) capaci di indurre delle reali modifiche fisiologiche, a loro volta in grado di influenzare la sfera psichica dell’individuo.
Il Training Autogeno considera la mente e corpo delle componenti strettamente correlate, in un rapporto di influenza reciproca e costante.
Fondamentale nel metodo di Schultz è la costanza nella pratica degli esercizi poiché solo attraverso l’allenamento ( training= allenamento) e la ripetizione degli esercizi di concentrazione e’ possibile ottenere sempre più consolidate Risposte di distensione e rilassamento.
Con il termine “autogeno” s’intende la capacità di acquisire autonomia, ossia l’apprendimento di una Risposta che diventa un Riflesso Condizionato (https://it.wikipedia.org/wiki/Riflesso_condizionato) derivante da uno Stimolo ripetuto, che si genera da se’ senza concorso consapevole della volonta’.
“Gia’ dopo poche settimane di allenamento, molti individui riferiscono, che le sensazioni di benessere e calma arrivano da sole, senza che si debba far niente”.
Altra caratteristica fondamentale della metodologia è la cosi detta “concentrazione passiva” che il praticante mette in atto, ovvero l’assistere mentalmente all’esecuzione di un determinato esercizio che non avviene se non dentro la propria mente, andando ad attivare un’altra funzione cognitiva quale l‘IMMAGINAZIONE.
“Nel TA bisogna abbandonare la tendenza ad essere protagonisti, per diventare spettatori dei fenomeni che accadono all’interno di ognuno di noi.”
Alcuni studiosi come Luigi Peresson ( nella “tecnica immaginativa di analisi e ristrutturazione del pensiero”, 1987) arrivano a definire il Training autogeno una forma di psicoterapia a breve termine, che va oltre la semplice tecnica, dato il generarsi di modificazioni psicofisiologiche e l’apprendimento di “strumenti” capaci di modificare il comportamento e lo stato psicologico e quindi fisiologico della persona.