Noi siamo energia. La produciamo, ma ne consumiamo anche tanta.
Quando siamo giovani, non ci pensiamo. Abbiamo tanto tempo, l’estate dura davvero tre mesi, siamo curiosi, pieni di voglia di fare, ansiosi di scoprire, tutto sembra interessante e utile. Forse è davvero così.
Con il passare del tempo, le cose cambiano. Gli impegni diventano più ingombranti, i doveri superano i piaceri, molte cose si fanno perché si devono fare,siamo sempre più di corsa, sempre più frenetici, spesso insoddisfatti. La vita scorre, più o meno piacevolmente, ci regala poco e ci ruba tanto, ci massacra, a volte, ma comunque è una sola, e vale sempre la pena.
Ad un certo punto, però, è inevitabile, si cominciano a fare i bilanci. Succede spesso quando gli anni che ti sei lasciato alle spalle, presumibilmente, sono di più di quelli che hai ancora da vivere, quando il lavoro ormai può riservarti poche novità, quando i tuoi figli sono cresciuti , quando la tua relazione è stabile. Del tutto inaspettatamente, arriva un momento in cui ti ritrovi a chiederti: ma ho fatto davvero tutto, o per lo meno, parte di quello che volevo fare? Il mio lavoro mi soddisfa? Il mio rapporto è importante?
Anche se sono anni che ci ritroviamo in questi binari, e li percorriamo, farsi queste domande spaventa. Sopratutto, spaventano le risposte.
Se siamo ormai adulti, il tempo è veramente poco, e le energie sono sempre più deboli. Ma la domanda dobbiamo farcela: stiamo utilizzando al meglio la nostra energia? E dovremmo avere anche il coraggio di darci delle risposte oneste. Questo è difficile e doloroso, il più delle volte. Ma necessario.
Facciamo un esempio pratico. Supponiamo che, ogni giorno, al nostro risveglio, ci venga assegnata una certa quantità di energia, non modificabile, che ci deve bastare per tutto il giorno. Immaginiamo che la nostra energia giornaliera sia una lampadina, che si spegne lentamente, a mano a mano che la usiamo. Penso che, in quel caso,sapendo di averne tot a disposizione, tutti ci preoccuperemmo di usarne il minimo indispensabile, per non restare al buio.
In fondo, è veramente così. La nostra energia si consuma, non dobbiamo sprecarla. Perciò, in qualunque azione commettiamo , in qualunque relazione viviamo, chiediamoci sempre se vale la pena di consumare quella energia. Il lavoro che faccio, mi soddisfa? Vale la mia energia? E’ una considerazione da fare non solo dal punto di vista economico, ma a trecentosessanta gradi. E se la risposta, onesta, è no, allora bisogna porre rimedio. Perchè tanto, a fine giornata, la lampadina si sarà consumata comunque.
Certo, la soluzione ideale sarebbe cambiare lavoro, ma siccome non è sempre attuabile, se non possiamo cambiare, almeno dedichiamo al lavoro il tempo indispensabile. Ritagliamo per noi i giusti spazi. Non sottraiamo tempo ed energia a noi, ai nostri cari, ai nostri amici: diamo la giusta priorità alle cose e alle persone che ci ricaricano.
I miei amici sono veramente amici? Il tempo passato con loro mi rilassa, mi diverte, mi distrae? Se ho un problema, e li chiamo, accorrono? La mia relazione affettiva mi rende sereno? O piuttosto mi sto accontentando? Dedico abbastanza tempo a me stesso alle mie passioni?
Troviamo il tempo, e l’onestà di farci queste domande, e di darci le giuste risposte. Ricarichiamo la nostra lampadina nel modo giusto. Certo, non è semplice, ci vorrà tempo, ma alla fine, troveremo la strada. Perché la vita è una sola, e sta a noi renderla degna di essere vissuta.
Incanaliamo le nostre energie verso la positività. Sempre.