Quando siamo piccoli veniamo assoggettati alla supervisione di svariati soggetti come professori e genitori che hanno il compito di indirizzarci verso abitudini e comportamenti corretti sviandoci da quelli meno consoni: il range di intervento per formarci come persone il più possibile responsabili e socialmente educati è molto ampio e pertanto spazia dagli scontri sull’orario per andare a letto dell’infanzia, fino alla contrattazione delle ore di televisione disponibili al giorno dell’adolescenza .
Ma cosa succede quando gli stessi che mitizziamo come esempi di comportamento impattano con qualcosa di nuovo e non ancora “normato”?
A farci da specchio comportamentale per uno dei temi più trattati in ambito sociale dell’ultimo decennio, ci ha pensato il fotografo Erik Pickersgill con il suo progetto chiamato Rimosso: le immagini scattate e proposte sono certamente di forte impatto e toccano anche il più stoico dei cinici, immortalando momenti di ordinaria quotidianità cancellando con appositi programmi di editing lo smartphone dalle mani dei suoi soggetti, lasciandoli così visibilmente incompleti fissando il vuoto prima occupato dal prezioso dispositivo.
Inutile dire che, in quanto fedele compagno di avventure, il nostro cellulare è presente nei momenti più svariati della giornata non da ultimo la parte finale di essa, proprio nel momento in cui ci corichiamo; è qui per esempio che, in maniera originale e per osomosi imbarazzante, Pickersgill interviene proponendoci la foto di due adulti in procinto di addormentarsi nel letto matrimoniale mentre, dandosi reciprocamente le spalle, fissano le loro mani (ora vuote, ndr) lasciandoci percepire una vena di dolore accentuata dallo sfondo in bianco e nero.
La mostra Rimosso ci invita a riflettere con coraggio e spogli del nostro orgoglio nei confronti di un processo che, in maniera del tutto inaspettata, ha catalizzato la nostra attenzione per poterci destare e successivamente accettare che, al momento, il trend uomo-invenzioni ci sta portando in maniera inversamente proporzionale sempre più verso l’innovazione e sempre meno verso le peculiarità speciali che caratterizzano il genere umano.
È ormai chiaro infatti che lo smartphone ha in maniera consolidata occupato una buona porzione della nostra quotidianità se non addirittura, in taluni casi, ottenuto il monopolio: ma da adulti responsabili e riferimenti morali quali ci presentiamo e ci percepiamo come possiamo autoregolamentarci nell’utilizzo di questi prodotti rimanendo quindi un esempio per noi stessi e chi ci vede come indicatori di vita equilibrata?
Possiamo facilmente scoprire che, in realtà, sono numerose le iniziative diffuse per tutto il globo e che grazie a svariati approcci propongono momenti di disintossicazione da dispositivi mobili, spaziando dal no Phone Day che incontriamo su Facebook ai numerosi articoli di benessere che ci invitano a prenderci una pausa dal nostro cellulare oltre che dal lavoro.
Possiamo quindi stare tranquilli: nonostante il trend tecnologico ci stia portando lontano da quelli che sono i valori base che l’Uomo ha coltivato fino a poco tempo fà, altrettanta è l’attenzione volta a prevenire danni e mutamenti nefasti all’interno della nostra società; in un ambiente quindi, dove c’è spazio per il problema e per la soluzione possiamo solo accettare che ognuno di noi sarà responsabile delle decisioni che prenderà nei momenti di intimità e riflessione con sè stesso (o a tre con il suo smarphone ;) )