Spesso ritardiamo i pasti per via dei vari impegni. Una brutta abitudine per il nostro orologio biologico, secondo una ricerca inglese.
La vita frenetica ci impone pesanti ritmi con la conseguenza di ritardare i pasti. Sempre più persone si alzano nel cuore della notte in preda ad attacchi di fame. Ritardare i pasti causa uno squilibrio a livello biologico. Ciò è il risultato di un esperimento britannico che ha interessato le categorie di lavoratori.
Il nostro corpo si regola, svolgendo le sue funzioni tramite il ritmo circadiano. Un periodo di 24 controllato da un orologio principale, il cervello.
L’esperimento
I ricercatori inglesi dell‘university of Surrey hanno condotto un esperimento pubblicato su current biology notando che il ritardo dell’ora di pranzo influisce sull’orologio secondario che regola il ciclo dello zucchero nel sangue. L’esperimento è stato condotto su un campione di 10 uomini in buona salute. Nel corso dell’esperimento essi sono stati monitorati per 13 giorni. Ogni partecipante ha iniziato a consumare i pasti a un orario ben definito per sei giorni. Trascorsi i quali ha passato una notte in bianco, prolungando nei giorni successivi il ritardo.
A fine esperimento i ricercatori hanno constatato che l’orologio che regola la fame e il sonno erano ad un livello normale. Cio’ che crea conseguenza è il livello di zucchero nel sangue.
Risultato
Il risultato ha evidenziato che dopo aver mangiato in ritardo di 5 ore, rispetto al solito orario, anche la circolazione dello zucchero nel sangue era in ritardo. Dopo ogni programma di pasto, i ritmi circadiani dei partecipanti sono stati misurati in una routine costante di 37 ore. I pasti temporizzati hanno quindi un ruolo nella sincronizzazione dei ritmi circadiani periferici nell’uomo e possono avere particolare rilevanza per persone con disordini ritmati circadiani, lavoratori a turno.
In conclusione possiamo affermare che esiste una connessione tra alimentazione, metabolismo e ritmi cardianici. In cui almeno una delle tante lancette che regolano la nostra quotidianità può essere azzerata del tutto quando cambiamo l’orario in cui consumiamo la prima colazione, il pranzo o la cena.