La musica contribuisce al benessere del nostro organismo. L’intelletto e il corpo possono trarre dalla musica numerosi effetti benefici : la musica può avere degli effetti positivi anche sulla prevenzione di alcune patologie a carico dell’apparato cardiocircolatorio (la circolazione sanguigna subisca delle modifiche in base al ritmo della canzone).

Fra gli effetti benefici fisiologici indotti dall’ascolto e dallo studio della musica vi sarebbe anche quello di favorire la produzione della serotonina. Uno studio condotto dai ricercatori della McGill university e pubblicato sulla rivista Trends in Cognitive Science ha dimostrato che la musica è stata trovata migliorare le funzioni del sistema immunitario con un aumento sia dell’immunoglobulina A (un anticorpo che gioca un ruolo critico nell’immunità), e del numero delle cellule Natural killer – o linfociti. Ad altri livelli, si è scoperto che riduce i livelli di stress e i livelli del cortisolo (l’ormone dello stress).
Ma non solo: la musica è risultata efficace nel ridurre l’ansia prima di un intervento chirurgico, e nel promuovere la produzione dell’ormone ossitocina – l’ormone dell’amore, felicità o appagamento.
A essere decisivo è il tipo di frequenze che si ascoltano: frequenze benefiche tipiche della musica classica o soft, in genere composte da basse frequenze, mentre un certo tipo di rock o l’heavy metal sono in genere composti da frequenze alte, ancora la musica elettronica, caratterizzata da l’alternarsi delle frequenze.
A questo proposito, Maria Renold condusse uno studio sulla relazione fra frequenze musicali ed umore dell’ascoltatore: la sua preziosa ricerca ha rilevato più di una volta, che attraverso la normale intonazione standard basata su un LA a 440 Hz, gli ascoltatori presenti nella stanza cominciavano ad assumere comportamenti polemici e antisociali. Quando invece l’intonazione del medesimo strumento veniva eseguita 432 Hz, le stesse persone, nuovamente invitate ad ascoltare il medesimo concerto, rimanevano questa volta piacevolmente colpiti ed entusiasti. Per oltre vent’anni la Renold ha avuto modo di constatare queste evidenze, intervistando e testando più di duemila persone, e oltre il 90% preferiva a priori il tono più basso, formato da una normale scala equo-temporale basata su un DO a 256 Hz e un LA a 432 Hz.