Si sente spesso parlare di Parkinson ma cos’è esattamente, quali sono i sintomi, la diagnosi e cura? vediamo di capirne di più

Il Parkinson è un disturbo motorio degenerativo e progressivo, causato dalla morte dei neuroni dopaminergici con conseguente mancanza della DOPAMINA. L’età media di esordio della patologia è 68 anni per gli uomini e 70 per le donne. Si stima che in Italia sono presenti circa 230 mila persone affette dal Parkinson. Secondo studi internazionali la malattia colpisce gli uomini con una frequenza doppia rispetto alle donne.
sintomi del morbo di Parkinson
Ma quali sono i sintomi della malattia? ecco una lista:
- tremore a riposo
- problemi del sonno
- perdita di peso
- difficoltà a parlare
- eccessiva sudorazione
- problemi di deglutizione
- chiusura involontaria delle palpebre
- cifosi dorsale
- lentezza dei movimenti
- rigidità e tensione dei muscoli
- difficoltà a mantenere l’equilibrio e frequenti cadute
con la progressione della malattia i sintomi motori aumentano di gravità e posson
la diagnosi
La diagnosi della malattia non è semplice. Il neurologo formula un’ipotesi in base alla storia clinica del paziente e della valutazione di sintomi e segni neurologici. Gli esami strumentali quali RISONANZA MAGNETICA-PET CEREBRALE E SCINTIGRAFIA DEL MIOCARDIO servono da supporto per la diagnosi clinica.
la cura
Attualmente non esiste nessuna cura efficace per debellare la malattia. Esistono numerosi tipi di trattamento che gestiscono i sintomi per molti anni. Le cure vanno da quelle farmacologiche, chirurgiche e riabilitative.
1) Trattamento farmacologico
Alla prima comparsa dei sintomi si utilizzano farmaci antiparkinsoniani cioè gli agonisti della dopamina. La risposta è soggettiva. Con l’avanzare della malattia i pazienti possono richiedere dosaggi più elevati. Ciò può comportare un aumento degli effetti collaterali.
2) trattamento chirurgico
La stimolazione cerebrale profonda è una terapia efficace e regolabile che consiste nell’impiantare dispositivi di stimolazione elettrica posizionati nel cervello con l’obiettivo di modulare i segnali che causano i sintomi motori disabilitanti. Durante il trattamento, dei sottili elettrocateteri vengono posizionati in punti del cervello, mentre dietro l’orecchio vengono inserite estensioni collegate a un neurostimolatore. Esso viene impiantato sottopelle, nella clavicola o addome.
3) Trattamento riabilitativo
La riabilitazione assume un ruolo importante nella cura e viene proposto come trattamento terapeutico in quanto efficace sulla ripresa motoria, sull’equilibrio delle funzioni cognitive. Le sedute (robotica, posturale e idroterapia) abbinate a strategie di apprendimento motorio possono migliorare la qualità di vita del paziente.