Lo scopo dell’ossigenoterapia inalatoria è quello di modificare il contenuto arterioso di O2 (CaO2) modificando la PaO2. Il fondamento su cui si basa ossigenoterapia inalatoria è l’aumento del gradiente di pressione di O2 attraverso la membrana alveolo-capillare.
Per questo motivo nel corso dell’ossigenoterapia inalatoria vengono somministrate miscele gassose con concentrazione di O2 variabile (FiO2). Una volta che l’emoglobina è stata completamente saturata ulteriori aumenti di FiO2 incrementano la quantità di Ossigeno disciolto nel sangue. In condizioni normali (soggetto che respira normalmente in aria ambiente) la FiO2 è 0.21 e la quota di O2 presente nel sangue in forma disciolta è circa il 2%, tale valore può salire all’8% con una miscela inspiratoria con FiO2 pari a 1.00. Questi sono valori che chiaramente non possono soddisfare di per se le esigenze dell’organismo, valori più elevati si possono ottenere con l’ossigenoterapia iperbarica.
Nel paziente acuto lo scopo dell’ossigenoterapia inalatoria è il trattamento e la prevenzione dell’ipossia tissutale. Questa si verifica in caso di squilibrio tra il trasporto di O2 (DO2) e il consumo di O2 (VO2). Visto il particolare comportamento della curva di dissociazione dell’Hb, l’obiettivo terapeutico è il raggiungimento di una saturazione dell’ossigeno di almeno il 90%, in quanto al di sotto di tale valore piccole variazioni di SaO2 causano grandi diminuzioni di PaO2.
Inoltre, l’ossigenoterapia inalatoria deve essere instaurata ogni qual volta che le condizioni cliniche del paziente suggeriscono la possibilità di una ipossiemia arteriosa rilevante.
SISTEMI DI SOMMINISTRAZIONE DELL’OSSIGENOTERAPIA
In questo paragrafo esamineremo i vari sistemi che ci permettono di somministrare ossigeno al paziente non intubato. In base all’influsso di aria-ambiente nel sistema e alla presenza di serbatoi inspiratori i vari sistemi vengono divisi in due grossi gruppi:
1) apparati a basso flusso;
2) apparati ad alto flusso;
I primi forniscono al paziente un flusso inspiratorio inferiore alla sua richiesta, per questo motivo necessitano di una integrazione di volume da parte dell’aria ambiente. Così la FiO2 varierà molto in dipendenza con le modalità di ventilazione del soggetto essendo infatti, definibile in questi casi un limite massimo di FiO2 raggiungibile. Come appare evidente questi sono apparecchi non adatti alla somministrazione di ossigento a percentuale controllata.
I sistemi ad alto flusso, invece, riescono a soddisfare completamente le esigenze del paziente. Il flusso erogato supera di circa 4 volte quello richiesto. In questi casi quindi la FiO2 è garantita al valore prefissato.
Esaminiamo adesso i vari apparati utilizzati nella ossigenoterapia inalatoria
1) apparati a basso flusso:
– Cannule nasali: la FiO2 massima erogabile è compresa fra 0.24 e 0.44 e il flusso massimo è di circa 6 l/min. Se si utilizzano flussi superiori ai 4 l/min è necessario umidificare l’aria per evitare l’essiccamento della mucosa nasale. Questa metodica ha il vantaggio di essere ben tollerata dal paziente.
· Maschere semplici: la FiO2 massima erogabile è compresa fra 0.40 e 0.60 e il flusso di ossigeno deve essere fra 5 e 8 l/min. Le maschere sono dotate di aperture laterali per evitare il rebreathing e per garantire l’influsso di aria ambiente. Con questo metodo è sempre necessario umidificare l’aria inspirata;
· Maschere con reservoir a parziale rebreathing: la FiO2 massima erogabile è compresa fra 0.60 e 0.90 e il flusso di ossigeno deve essere compreso fra 6 e 10 l/min. Queste maschere sono dotate di un reservoir di 600-1000 ml. Circa un terzo del volume espirato penetra nel reservoir mentre il restante fuori esce dalle aperture laterali della maschera.
· Maschere non rebreathing con reservoir: sono molto simili alle precedenti ma dotate in più di valvole unidirezionali sia sul serbatoio inspiratorio che sulle aperture laterali. Possono raggiungere FiO2 maggiori delle maschere precedenti; i flussi necessari sono uguali.
2) Sistemi ad alto flusso:
· maschere di Venturi: questa maschera sfrutta per erogare concentrazioni di ossigeno costanti l’effetto Venturi (l’O2 sotto pressione passa attraverso uno stretto orifizio oltre il quale determina una pressione subatmosferica che risucchia l’aria ambiente dentro il sistema). Variando la misura dell’orifizio ed il flusso la FiO2 può essere impostata a 24%, 28%, 35%, 40% (il kit è fornito con ugelli di diversi colori ognuno dei quali corrisponde ad un certo flusso e ad una certa FiO2);
· nebulizzatori di O2: anche questi apparati sfruttano l’effetto Venturi; in più l’O2 produce anche la nebulizzazione dell’acqua utile per ottenere una miscela adeguatamente umidificata. Erogano FiO2 da 0.35 a 1.