Lavoro a partita Iva, autonomi in crisi
Troppe tasse e contributi elevati. Inoltre scarsi sono pure i vantaggi legati al taglio Irap, e niente bonus da 80 euro riconosciuto invece ai lavoratori dipendenti.
Per il lavoro autonomo in Italia il peggio non è alle spalle. A farlo presente nei giorni scorsi è stata la Cgia di Mestre che, nel chiedere maggiore attenzione al cosiddetto popolo delle partite Iva, ha scritto una lettera aperta indirizzata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Popolo partite Iva a rischio povertà
La lettera porta la firma del Presidente dell’Associazione degli artigiani mestrina, Giuseppe Bortolussi, nel sottolineare come la categoria rappresentata da coloro che esercitano lavoro autonomo stia pericolosamente scivolando verso una condizione di povertà e di esclusione sociale. Non tutti gli autonomi, tra l’altro, possono beneficiare di misure di alleggerimento della pressione fiscale come quella relativa al taglio dell’Irap.
Lavoro autonomo, niente bonus da 80 euro
Questo perché, ricorda altresì la Cgia di Mestre, ben sette occupati nel lavoro autonomo su dieci, in possesso di partita Iva, non hanno dipendenti. Così come questi lavoratori in proprio, rispetto ai dipendenti, sono rimasti fuori dalla misura rappresentata dal bonus da 80 euro mensili in busta paga.
Autonomi, scarsa convenienza tra ‘minimi’ e contributi Inps
Il lavoro autonomo, quindi, in Italia non è che goda di condizioni di favore come peraltro è emerso con il passaggio dai vecchi ai nuovi regimi forfettari. In merito proprio la Cgia di Mestre ha sottolineato come per il lavoro autonomo in certi casi il nuovo regime dei minimi sia addirittura peggiorativo. E poi, come se non bastasse, per l’anno corrente è stato bloccato l’aumento dell’aliquota Inps, per gli iscritti alla gestione separata, ma nel 2016 riprenderà a crescere e, quindi, ad inasprire ulteriormente il carico contributivo sul lavoro autonomo.