Ci possono essere ottimi (e gustosi) alleati di chi vuole mantenersi in forma: scopriamo cinque alimenti naturali che funzionano come efficace brucia-grassi:
Pera
Volete perdere chili? Uno studio dell’università di Rio de Janeiro, pubblicato sulla rivista Nutrition, ha dimostrato che le donne che mangiavano tre pere al giorno hanno consumato meno calorie giornaliere totali e perso più peso rispetto a chi non le consumava. Ricche di fibre (una pera contiene il 15 % della dose giornaliera raccomandata), le pere facilitano la sensazione di sazietà e possono inibire gli eccessi di cibo: mangiare una pera prima di un pasto per contribuire a frenare la fame. Sarebbe meglio non sbucciarle però: è fuori che si trova più fibra benefica.
Pompelmo
Secondo
i ricercatori della Scripps Clinic in California, mangiare mezzo pompelmo prima di ogni pasto può aiutare a perdere peso (fino a un chilo alla settimana) anche senza modificare la propria dieta precedente. Questo frutto aiuta a controllare il livello di insulina e quindi a ridurre il rischio di diabete di tipo 2. Sbucciato e tagliato a pezzi, è più gustoso nell’insalata di spinaci o insieme ai gamberetti.
Mandorla
Mangiare una manciata di mandorle al giorno, insieme a una dieta sana, potrebbe aiutare a bruciare i grassi, suggerisce la ricerca pubblicata sull’International Journal of Obesity: coloro che hanno preso parte allo studio e che hanno mangiato le mandorle quotidianamente, per sei mesi, hanno perso il 18% del loro grasso corporeo.
Cioccolata
Secondo la ricerca condotta a Taiwan, pubblicata nel Journal of Agriculture and Food Chemistry, cioccolato fondente e altri alimenti ad alto contenuto di antiossidanti, possono aiutare a prevenire l’accumulo di cellule di grasso nel corpo, un precursore di malattie cardiache e obesità.
Fagiolo bianco
Un legume che è ricco di un amido molto resistente e che si rivela un ottimo brucia-grassi. Mangiando fagioli bianchi e altri alimenti ricchi di amido resistente, a solo un pasto al giorno, si può bruciare il 25% di grassi in più, secondo i ricercatori della University of Colorado.
