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La tradizione degli spaghetti giapponesi contagia l’Italia

Ormai gli italiani preferiscono non più il sushi ma il Ramen: ovvero i tradizionali spaghetti giapponesi in brodo! Ecco dove poterli mangiare in Italia

Il piatto giapponese in assoluto più amato dagli italiani? Dovendo fare un’ipotetica classifica, dopo il sushi e il sashimi, si piazza sul podio sicuramente il ramen, ovvero i famigerati spaghetti giapponesi in brodo.

Ma da dove arrivano questi spaghetti giapponesi? Che storia hanno?.

Il Giappone ha ereditato questa tradizione dalla vicina Cina, tuttavia ormai il Ramen da secoli è legato indissolubilmente alle usanze del Sol Levante, tanto che ogni località li reinterpreta in modo differente.

A seconda di come viene arricchito il brodo ci sono poi diversi tipi di spaghetti giapponesi:

  1. Gli shoyu ramen, con l’aggiunta della salsa di soia nel brodo sono tipici di Tokyo;
  2. I miso ramen, con il miso appunto, si trovano invece soprattutto sull’isola di Okkaido.
  3. Gli udon, che sono più grossi e che si mangiano spesso anche senza brodo
  4. I soba, il cui impasto è invece di grano saraceno.

Gli spaghetti si ottengono a partire dalla farina di frumento, mentre il piatto viene guarnito solitamente con fettine di maiale arrosto, uova, negi (cipollotti tagliati a rondelle), alga nori (tagliata a julienne), germogli di bamboo, e una sorta di pasta di pesce.

La componente che più caratterizza gli spaghetti giapponesi è il brodo dashi (ottenuto con alga kombu e katsuobushi) a cui la maggior parte delle volte si unisce un brodo fatto con ossa di pollo o maiale. Ciò che rende speciale ed unico questo brodo è l’acqua Kansui, che è molto alcalina e che rende gli spaghetti sodi e di un colore tendente al giallo.

In Giappone li mangiano sempre, soprattutto nella pausa pranzo come un piatto veloce, come il classico panino per noi italiani. Un piatto di veri ramen deve avere tanto brodo e quest’ultimo dev’essere molto caldo.

Dove mangiare gli spaghetti giapponesi tradizionali in Italia

Torino

L’unico ristorante giapponese che prepara i ramen di Torino è Wasabi, in Corso Ferruccio 72, gestito da una coppia di nipponici da anni in Piemonte che cucina ramen raffinati, mentre in via Piave 9 c’è Kokoro-ya, una piccola gastronomia di una signora giapponese che ha sposato un italiano.

Bologna

A Bologna Haiku si conferma un buon ristorante anche per i ramen.

Firenze

Banki Ramen, in via dei Banchi 14 a Firenze, non è uno dei locali più belli, ma la bontà dei piatti gli ha fatto guadagnare un gruppo di estimatori su Facebook.

Roma

Nella cucina di Sushisen a Roma lavorano solo cuochi giapponesi che preparano Tonkatsu e Sapporo Ramen oltre a udon e soba.

Sempre nella capitale, Daruma Sushi Parlamento è ristorante, take away e noodle bar.

I migliori spaghetti giapponesi e ramen di Milano

  1. Osaka in Corso Garibaldi

Qui gli spaghetti giapponesi vengono preparati in casa ogni giorno: oltre ai più tradizionali ci sono gli Aburasoba (alla “carbonara” e senza brodo), i Tonkotsu (con brodo bianco di maiale) o i Karakuchi-miso (in brodo di carne con pesto di soia miso piccante, sesamo e verdure).

  1. Nozomi in viale Piave

Anche qui la specialità sono gli spaghetti giapponesi: nel menù si trovano Shoyu Ramen e Miso Ramen accompagnati da gyoza (ravioli) o riso saltato e su richiesta aggiunta di alghe, bamboo fermentato e pancetta di maiale arrosto.

  1. Zazà Ramen in via Solferino

Sta diventando il ristorante più amato dai grandi chef: Gualtiero Marchesi ci viene a mangiare, così come lo chef Haruo Ichikawa di Iyo, il ristorante giapponese stellato di Milano. La scelta di spaghetti giapponesi è notevole: vegetariani, di mare, con polpette di carne, ramen pollo e friggitelli e ramen maiale e cavolo verza, mentre tra le proposte di stagione dello chef giapponese Shoji, sono ottimi i Ramen vitello, sedano rapa e katsuobushi (sempre preparati con pasta fresca).

  1. Noodle bar

Qui gli spaghetti giapponesi si possono gustare più “all’italiana” con verdure, maiale, uova e pollo, pesce e curry.

  1. Casa Ramen in zona Isola

Il cuoco è un italiano, Luca Catalfamo, ma ha imparato l’arte degli “spaghetti giapponesi” nelle cucine di Tokyo: sul menù si trovano sei regole per mangiarli.