Giovedì 25 agosto 2016 si è celebrata in tutto il mondo una festa sacra della Tradizione Bhaktivedantica chiamata Janmasthami, il compleanno di Shri Krishna, l’apparizione del Signore Supremo, avvenuta secondo i testi vedici nel 3200 a.C. nella terra di Vrindavana, nel distretto di Mathura, nel centro-nord dell’India.

Secondo i testi Indovedici, Krishna è il reggitore degli infiniti universi, la suprema Realtà, il Dio unico che si manifesta in forme infinite. Janmasthami non rappresenta quindi una festa esclusivamente induista ma è la celebrazione della manifestazione di un principio universale che vive e risplende nel cuore di ogni essere.
Nel tempio di Prabhupada Desh, vicino Vicenza, in questo giorno auspicioso è stata tenuta una conferenza del prof. M. Ferrini (Matsyavatara das): “I vari percorsi spirituali nelle varie tradizioni autentiche rappresentano vie diverse per giungere alla medesima meta, il fine ultimo dell’esistenza: la realizzazione della nostra divinità interiore in comunione con il Divino supremo.
La storia divina di Krishna viene narrata in molti antichi testi sacri, come gli autorevoli Vishnu Purana e Hari Vamsha; ma sono il celeberrimo poema epico Mahabharata e il grandioso Bhagavata-Purana quelli che maggiormente contribuiscono alla descrizione della Sua natura, delle Sue qualità e opere eccelse.
La vita di Krishna ha ispirato ogni sorta di genio: artisti, poeti, mistici, teologi e filosofi hanno tratto ispirazione per le loro opere dal Suo carattere e dalle Sue avventure divine. La Sua figura ha profondamente influenzato la cultura socio-religiosa e spirituale indiana e non solo.
Krishna è il Bambino divino ma anche il divino Amante, il Filosofo eccelso e il supremo Yogi, l’Anima cosmica e l’Archetipo del Guru, l’Amico e il Protettore dei Suoi devoti, il Dio degli esseri celesti, il Creatore e Glorioso Signore dell’universo, l’Origine di questo mondo, che è riflesso della Sua gloria, e delle più alte dimensioni di esistenza.
Il Suo nome significa infinitamente affascinante.”
Egli dice di sé nella Bhagavad-gita:

“Sono l’origine di tutto. Tutto emana da Me. Così sapendo, i saggi mi adorano con devozione totale. Sono nel cuore di ogni essere e da me vengono il ricordo, la conoscenza e l’oblio. Il fine di tutti i Veda, di tutti i testi sacri, è quello di conoscermi. In verità io sono colui che ha composto il Vedanta e colui che conosce i Veda.” (Bhagavad-gita XV.15)