La festa più divertente dell’anno è arrivata. Ogni parte d’Italia lo festeggia a modo suo. Andiamo alla guida del Carnevale piu’ curioso d’Italia.
Carri allegorici, maschere tradizionali, sberleffi, dolci tipici e parate, fin dai tempi antichi il Carnevale pervade le strade rovesciando i ritmi quotidiani, conferendo follia e divertimento. I modi di festeggiare il Carnevale italiano sono davvero molti, non ci resta che andare alla guida del carnevale più curioso d’Italia.
Mamoiada
Siamo in Sardegna, ed ecco una delle più feste tribali del Carnevale italiano, quella della danza dei Mamuthones. Siamo a Mamoiada, a pochi chilometri da Nuoro, e incontriamo uomini con bellissime maschere di legno scuro, incollate al viso con cinghie in cuoio e un fazzoletto legato sotto il mento.
I mamuthones indossano pelli di pecora nera con 40 pesanti campanacci di varie dimensioni. Sono simili ad animali in schiavitu’. Essi rappresentano i misteri della civiltà agropastorale sarda, dove drammatici riti pagani si uniscono all’allegorico rapporto tra animali e uomini, tra sconfitti e vittoriosi, cioè tra Mamuthones e Issohadores. Accanto a loro sfilano gli antagonisti Issohadores, figure carnevalesche colorate che danno movimento alla processione: sono vestite con giubbe rosse di foggia femminile, pantaloni bianchi, bottoni in oro, berretto nero, campanelli e maschere bianche. Essi catturano le giovani donne in segno di buon auspicio.
Castel Goffredo
Continuando la guida al Carnevale più curioso d’Italia in provincia di Mantova, troviamo la tradizione del cosiddetto “Carnevale gnoccolaro”, così chiamato in nome dello storico “Re gnocco”. Secondo il rituale, la festa inizia nel momento in cui il monarca viene incoronato con una festa solenne che si conclude con un’abbuffata di gnocchi. La tradizione carnevalesca risale al 1872 e si concentra sulla proclamazione del re che con parrucca, corona e mantello di ermellino si rivolge alla popolazione, brandendo un’enorme forchetta sopra la quale campeggia un grande gnocco.
Coumba Freida
Siamo in Valle d’Aosta, precisamente a saint-Oyen, nella festa più antica, e storica del Carnevale italiano, ovvero “Coumba Freida”, significa letteralmente Valle Fredda. La nascita di questo carnevale italiano risale al passaggio di Napoleone attraverso il Colle del Gran San Bernardo durante la campagna d’Italia nel 1800. Da qui la tradizionale sfilata della “benda”, un corteo di maschere con le caratteristiche “landzette”, personaggi vestiti con i costumi ispirati alle divise dell’esercito francese.
I personaggi portano in mano una coda di cavallo ed in vita hanno una cintura munita di un campanello, simboli che, secondo la tradizione, servono ad allontanare gli spiriti maligni. Sfilano inoltre le maschere dell’orso, che rappresenta l’avvicinarsi della primavera.
Carnevale d’Ivrea
Lo Storico Carnevale di Ivrea è un evento unico e popolare. La tradizione Carnevalesca d’Ivrea vive nella rievocazione di un episodio di affrancamento dalla tirannide, che si fa risalire al medioevo: un barone che affamava la Città venne scacciato grazie alla ribellione della figlia di un mugnaio che non volle sottostare allo jus primae noctis e che accese la rivolta popolare. La regina della festa è la Mugnaia, al suo fianco il Generale che fin dai primi anni dell’800 ha il compito di garantire un corretto svolgimento della manifestazione, insieme al suo Stato Maggiore Napoleonico.
A riempire di colori e profumi la città, vi è poi la famosa e spettacolare Battaglia delle Arance, momento di grande coinvolgimento e forte emozione, rievocazione della ribellione popolare alla tirannia. Nella battaglia il popolo, rappresentato dagli aranceri a piedi sprovvisti di qualsiasi protezione, combatte a colpi di arance contro le armate del Feudatario, rappresentate da tiratori su carri trainati da cavalli, che indossano protezioni e maschere che ricordano le antiche armature.
Sauris
Si tratta di una delle feste antiche più caratteristiche del Carnevale italiano. Siamo in provincia di Udine. Le maschere si ritrovano nella piazza di Sauris di Sopra, accompagnate dalle due figure tipiche il Rölar e il Kheirar. Il primo rappresenta il diavolo con la faccia annerita dalla fuliggine. Egli ha il compito di avvertire la gente, perché si prepari alla sfilata. Il Kheirar, invece, è il re, porta sul volto una maschera di legno, in mano una grande scopa e guida il gruppo delle maschere.
Un tempo questo bussava col manico della scopa alle porte delle abitazioni per farsi aprire. Una volta entrato, spazzava il pavimento, per scacciare l’inverno e propiziarsi l’arrivo della buona stagione. Oggi il gruppo delle maschere, seguito dagli spettatori, si inoltra nel bosco e segue un percorso notturno, illuminato dalle lanterne.
Fonte: http://www.snapitaly.it/carnevale-italiano/