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Come aiutare i ricci: visitatori notturni dei nostri giardini

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Il riccio è un animale selvatico, che ama gironzolare di notte nei nostri giardini, curiosando e annusando qua e là,  alla ricerca di cibo. Vive nelle zone verdi delle città, nei parchi, nelle campagne. Purtroppo l’uomo gli sta sottraendo sempre più spazio vitale e questo simpatico animaletto ha la vita ogni giorno più difficile.

Sono animali pacifici e innocui,  possono raggiungere gli 8 anni di età, ma i pericoli causati dall’uomo diminuiscono fortemente la loro aspettativa di vita. Hanno olfatto e udito molto sensibili, la loro vista invece non è molto sviluppata. Costruiscono i loro nidi sotto mucchi di foglie e rami sotto siepi e cespugli. La loro origine è antica, appartengono infatti alle forme più antiche di mammiferi.

Utili alleati per i nostri giardini, fanno parte della grande famiglia degli insettivori, la loro dieta è composta da lombrichi, vermi, zanzare, coleotteri, millepiedi, ragni, questo antico animale è molto importante per mantenere in equilibrio l’ecosistema delle nostre zone verdi.

In inverno vanno in letargo, per sopravvivere al letargo devono riuscire ad avere una riserva di grasso sufficiente a superare l’inverno. Importante quindi che in autunno riescano a trovare abbastanza nutrimento per superare la stagione fredda e non risvegliarsi troppo deboli in primavera.

Noi possiamo fare molto per aiutare questi indifesi animaletti, la loro sopravvivenza dipende da tutti noi.

Innanzitutto bisogna sapere che i ricci sono animali protetti, non possono essere tolti dal loro ambiente naturale, se vedete un riccio ferito è importante contattare gli enti presenti sul vostro territorio che si occupano della protezione e tutela degli animali selvatici.

I ricci, ma in più generale tutti gli animali selvatici, non devono essere prelevati o spostati dal territorio di avvistamento poiché questo li disorienterebbe e non potrebbero più ritrovare “la strada di casa”. Inoltre se l’esemplare è femmina c’è il rischio di sottrarre una mamma dai propri piccoli destinati a morire di fame.

Se desideriamo aiutarli concretamente possiamo rendere più accoglienti i nostri giardini contribuendo a mantenere l’habitat adatto alla loro sopravvivenza.

Il riccio è un animale notturno che percorre lunghi tragitti per ricercare il cibo, spesso però non riesce a passare da un giardino all’altro a causa di muretti o reti metalliche, ed è costretto ad usare le strade trafficate rischiando di essere investito.

Buona regola quindi sarebbe quella di piantare siepi ai confini dei giardini che permettono il transito dei ricci da una zona all’altra, diminuendo così la loro permanenza sulle strade. Le reti metalliche non dovrebbero raggiungere terra per evitare che i ricci si possano impigliare e i muretti dovrebbero essere provvisti di una piccola zona forata per permetterne il passaggio.

Se in giardino è presente una piscina, può capitare che un riccio cada in acqua, meglio sarebbe lasciare un asse di emergenza parallelo sul bordo o usare coperture per piscine.

Fondamentale è evitare l’uso di veleni e concimi chimici, i pesticidi uccidono le lumache e tutti gli insetti che rappresentano il nutrimento principale dei ricci.

Lasciare una zona con della legna accatastata in un angolo tranquillo del giardino: i rami secchi e le foglie, oltre a ad offrire riparo a molti animali, creano un habitat naturale per molti insetti.

Tosaerba e decespugliatori dovrebbero essere usati con cautela per evitare di ferire ricci magari nascosti sotto qualche cespuglio per il riposo diurno. Non bruciare i rifiuti da giardino, molti animali spesso vi trovano rifugio.

Collocare un abbeveratoio in diversi punti del giardino risulta di vitale importanza per i ricci ma non solo, molte volte trovare acqua pulita da bere diventa arduo per gli animali selvatici.

Un aiuto concreto, soprattutto in autunno,  è quello di lasciare delle ciotole con del cibo per gatti, i ricci si nutrono essenzialmente di proteine e il cibo per gatti ben si adatta alle loro esigenze.

Molto velenoso per i ricci è il latte perché non digeriscono il lattosio e l’assunzione di latte può provocare una forte dissenteria indebolendoli ulteriormente.