Il cuore di qualcuno ha più cicatrici di altri, difficile essere compresi pienamente da chi invece non ne ha; oppure, se anche ne ha qualcuna, non sono altro che trascurabili scalfitture in superficie.
![Un cuore pieno di cicatrici](https://rubricanews.com/wp-content/uploads/heart-1311149.jpg)
Quante volte, quando siamo feriti profondamente, sentiamo il bisogno di appoggiarci a qualcuno in cerca di conforto, comprensione e sostegno? Difficile da trovare però, tanta disponibilità in un altro essere umano se non ha vissuto simili esperienze: in caso di gravi problemi, di norma, amici e parenti se la cavano con una gran pacca sulla spalla e, dopo un sorriso quasi imbarazzato esclamano apparentemente coinvolti: “Su dai, non è niente di grave: il dolore passerà in poco tempo, gli eventi negativi, le tragedie, le ferite che la vita infligge e le cicatrici rimaste, non sono altro che lezioni utili per migliorare, crescere e maturare”.
Certo, a essere ottimisti e filosofi, si può vedere anche così. Ma questa storiella vagliela a raccontare a chi, dalla vita, non ha avuto altro che calci nel sedere. A chi ha sempre avuto difficoltà insormontabili, dolori più o meno intensi, amarezze, delusioni, drammi. E a chi ha sempre incrociato le persone sbagliate lungo il suo percorso, ha vissuto eventi devastanti e mancanze di ogni genere – morali, fisiche e spirituali. Un’intera esistenza costellata di cicatrici che adornano il cuore, come un ricamo sottilissimo ma pungente.
È vero, come affermano spesso gli altri, che una cicatrice in un certo senso può anche essere “bella”: in fondo, mostra quanto una persona può diventare matura, sensibile, empatica, più “umana” grazie alle sofferenze vissute; e migliore, forse, rispetto a chi in vita sua non ha mai sofferto, tranne che per un taglietto fastidioso sul dito mignolo o per un foruncolo sul naso. I primi però, certamente scambierebbero volentieri i loro “ricamini sul cuore“, in cambio di una vita serena, placida e priva di qualsiasi ferita, che non hanno mai “potuto” vivere.