L’anemia da carenza di ferro è un problema diffuso fra le donne in età fertile, a causa del ciclo mestruale. Se trascurata, comporta astenia, pallore, dispnea, cefalea, alopecia e difficoltà di concentrazione. Per combatterla con l’alimentazione, uno dei migliori alleati è il fegato di maiale.
Il fegato di maiale è uno degli alimenti più ricchi in assoluto di ferro, ben 18 mg per 100 grammi di prodotto edibile. Quel che è importante per combattere l’anemia da carenza di ferro, è che si tratta del tipo eme, ossia a elevata biodisponibilità. Significa che l’organismo riesce ad assimilarlo facilmente, perlomeno rispetto al ferro di origine vegetale (anche se una quota del suo contenuto è comunque ferro inorganico, come del resto in tutti i tipi di carne). Per farsi un’idea sul suo valore nutrizionale relativamente alla percentuale di ferro, basti pensare che la carne bovina ne contiene circa 2,8 gr per 100 grammi: 6 volte di meno! Se consumato con una certa regolarità, previene quindi l’anemia. Nel caso si sia già instaurata, invece, permette di ripristinare le scorte di ferro, senza dare origine ai problemi gastrointestinali che spesso rendono impossibile l’uso degli integratori farmaceutici.
Ci sono però alcune accortezze da non trascurare. La prima è di scegliere soltanto fegato di animali provenienti da allevamenti biologici. Questo per 2 ragioni. La prima è che il fegato è l’organo principe deputato all’inattivazione e allo smaltimento delle sostanze tossiche e delle molecole farmacologiche. Acquistando fegato di maiale proveniente da allevamenti intensivi, dato l’impiego di antibiotici e farmaci vari, l’effetto benefico sull’anemia da carenza di ferro sarebbe quindi inficiato dal fatto di assumere un alimento poco sano. La seconda ragione è che le carni biologiche, frattaglie incluse, solitamente risultano più saporite di quelle che non lo sono.
Per assimilare il ferro in quantità sufficiente il fegato deve essere poco cotto, altrimenti il minerale si perde con la cottura. Inoltre bisogna evitare nello stesso pasto i cibi che rendono difficoltoso il suo assorbimento. Si tratta degli alimenti ricchi di calcio, come i latticini e i formaggi, e dei fitati, presenti in molti vegetali come gli spinaci (che pure sono ricchi di ferro). Via libera invece al succo di limone e a tutti i cibi ricchi di vitamina C. L’importante è consumarli prima o assieme al fegato di maiale, non dopo. Motivo? L’acido ascorbico è fondamentale per l’assorbimento del minerale nella forma inorganica.
Infine, è consigliabile variare spesso ricetta, fermo restando le regole descritte sopra. La ragione è che il fegato di maiale, per quanto utile per l’anemia da carenza di ferro, ha un sapore marcato che non tutti gradiscono, figuriamoci se propinato sempre nella solita salsa.