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Vacanza alternativa: Pantelleria isola esoterica

Vacanza nell’isola esoterica del Mediterraneo: Pantelleria

Vista dell'isola dall'aereo
Vista dell’isola dall’aereo

Conosciuta fin dalla più remota antichità, è situata nel Canale di Sicilia, a circa 40 miglia dalla Tunisia e 120 dalla Sicilia. E’ stata un’importante scalo per le civiltà che solcavano il Mediterraneo e ne facevano un luogo di ristoro e delle quali, oggi, possiamo ammirare gli avvicendamenti storici dalla ricchezza archeologica presente su tutti gli 82 Kmq di questo magico lembo di Terra tra Scilla e Cariddi. Gli abitanti dell’isola dicono che Lei ti sceglie: o ti ama o ti odia e se ti ama si apre a te come una madre ai suoi figli ma se ti odia ti rigetta e non ti da pace fino a che non decidi di lasciarla.

Piana di Ghirlanda
Piana di Ghirlanda

Tu sorridi incredulo ma poi, quando scendi dalla scaletta dell’aereo e ti guardi intorno, comprendi che hanno ragione e cominci a chiederti se sarai amato o odiato. Lei ti presenta le sua alternative: puoi visitarla con gli occhi del turista, dell’archeologo, dell’amante del relax o dell’innamorato e, in quest’ultimo caso, lasciarti rapire da ogni pietra, da ogni filo d’erba, da ogni alba o tramonto e donarle un pezzo del tuo cuore dopo che Lei ti ha aperto il suo. C’è chi sostiene che la Figlia del Vento (Bent el Riah), appellativo donatole  dai Fenici per i 265 giorni ventosi all’anno, abbia la capacità di condurti in un viaggio fino alle più remote profondità della tua anima; fino a farti specchiare con la Sorgente di te stesso, dopo averti azzerato di tutto ciò che di superfluo ti sei fatto scudo per impedirti l’incontro col tuo vero sé.

Lago Specchio di Venere
Lago Specchio di Venere

E lo Specchio di Venere, il lago salato con le acque calde e il fango terapeutico ti riporta davvero l’immagine nascosta di te stesso e di un tempo in cui la Dea soleva immergersi con le sue sacerdotesse nelle alchemiche acque trasformatrici. Lo scriveva Erodoto nelle sue “Historiae” che in alcuni periodi dell’anno era possibile vedere le ancelle della Venere divina, immerse con candide vesti, sollevare dalle magiche e guaritrici acque, pagliuzze dorate e lo ricordava Apuleio nell’ “Asino d’Oro” quanta silenziosa magia ci fosse tra le nere pietre di quel luogo nascosto alla vista dei più. Pietre nere nella nera Perla del Mediterraneo, pietre di ossidiana della quale esiste ancora un’antica cava in località Balata dei Turchi. Pietre nere che fornivano la visione come attraverso gli “Occhi di Diana”. Pietre che oggi forniscono il conforto a chi dimora nei vecchi dammusi in cui il calore da esse accumulato nella calura estiva viene rilasciato lentamente nel breve periodo invernale donando tepore alle piccole alcove.

Dammusi nella contrada Tracino
Dammusi in contrada Tracino

Il viaggio esoterico continua sotto i raggi argentei della Luna piena, arrampicandosi nei pietrosi sentieri che conducono sulla bocca del vulcano, il Gibele, in cui insiste un misterioso monolite dedicato alla Dea patrona dell’Isola: Tanit. La leggenda narra che lì avvenne l’incontro tra la Dea e il suo segreto amore Apollo, quand’ella, consigliata da Venere, salì il monte spacciandosi per coppiera e donò ad Apollo il nettare dolce dell’isola sostituendolo all’ambrosia. Apollo ne apprezzò talmente il gusto da innamorarsi della coppiera che glielo servì. Quel nettare oggi è possibile assaggiarlo dovunque nell’isola, nelle numerose cantine che producono il famoso Passito, conosciuto in tutto il pianeta. Seduti nelle duchene di pietra sulle terrazze dei dammusi, di fronte ad un orizzonte marino infinito, sorseggiare la dolce spremuta di uva appassita al sole diviene inestimabile poesia.

Passito di Pantelleria

Col cuore ormai rapito Lei ti sorride e ti conduce nel suo ventre, nella Grotta del Bagno Asciutto del Benikulà dove puoi entrare solo inchinandoti al favore del calore fumante che ti avvolge nell’oscura caverna in cui puoi soltanto abbandonarti ad un abbraccio che sa di Tempi remoti e di fiamme assopite. Lo sai, lo senti che quel viaggio ti rimarrà scolpito nell’anima e i tuoi occhi rimarranno fissi su quel lembo di terra mentre le stesse ali che ti hanno condotto ti portano via e un unico desiderio rimane nei giorni a venire: ritornare.

Foto: Francesca Ferrandes