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Vaccini pro e contro, facciamo chiarezza

Negli ultimi tempi si fa un gran parlare di vaccinazioni e numerosi sono i dibattiti in merito alla questione. Infatti pare che negli ultimi anni il numero di bambini vaccinati in Italia si sia ridotto a causa di timori nati tra i genitori riguardo il rapporto rischio/beneficio di questi, soprattutto alla luce di alcuni decessi di bambini avvenuti nelle ore dopo la vaccinazione. Riporto a tal proposito uno degli ultimi casi, avvenuto il 16 Settembre scorso a Catania, dove un bambino di 18 mesi è deceduto 72 ore dopo aver ricevuto il vaccino contro il meningococco C.

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In questo articolo non voglio porre quesiti o discutere in merito all’efficacia o alla pericolosità dei vaccini ma vogliamo semplicemente “presentarli” in chiave più semplice possibile rispondendo ad alcuni quesiti.

Cosa sono i vaccini?

I vaccini sono dei preparati farmaceutici contenenti proteine dette eterologhe provenienti da microorganismi potenzialmente patogeni opportunamente trattati per perdere le loro proprietà antigeniche con lo scopo di annullarne quindi le capacità patogene ma mantenendo intatte le capacità di immunizzazione.

Come agiscono i vaccini?

Trattandosi di proteine o porzioni di microorganismi che seppur inattivati sono comunque estranei al nostro organismo, i vaccini sono in grado di indurre una risposta immunitaria nel soggetto che quindi sviluppa gli anticorpi contro quella patologia per la quale è stato vaccinato. Questo processo di induzione e sviluppo di anticorpi va sotto il nome di “immunita o profilassi attiva”.

Quali tipi di vaccino esistono? 

I tipi di preparati disponibili per essere utilizzati nella profilassi attiva, indifferentemente dalla patologia per cui vengono utilizzati si possono distinguere in base al metodo di preparazione ed ottenimento della componente attiva in grado di dare l’immunità. Ecco dunque che abbiamo diversi tipi di vaccino che riporto di seguito con una breve descrizione:

Vaccini costituiti da virus vivi: Questi sono vaccini costituiti da virus vivi ma incapaci a seguito di opportuni trattamenti di sviluppare la malattia ma sempre in grado di dare una immunità attiva.

Vaccini costituiti da virus o batteri attenuati o uccisi: E’ questo il caso del vaccino per la poliomielite in cui il microrganismo patogeno è ucciso o la sua attività attenuata tramite appositi processi.

Vaccini derivati da organismi inattivati: come nel caso del vaccino contro il colera in cui il microorganismo è integro ma completamente inattivato.

Antigeni purificati (o subunità antigeniche): Questi sono preparati contenenti soltanto le porzioni antigeniche del microorganismo patogeno, ovvero la componente in grado di stimolare il sistema immunitario a produrre gli anticorpi specifici.

Antigeni ricombinanti: Questo è il caso dei vaccini anti epatite dove si impiega un antigene “incompleto” cioè privato di alcuni frammenti e quindi in grado di dare una risposta immunitaria sicura.

Quali caratteristiche ha il vaccino “efficace”?

I vaccini, come ogni preparato destinato alla cura di malattie dell’uomo o dell’animale, devono rispondere a determinati requisiti prima di poter essere resi disponibili alla comunità. Questi requisiti che si ottengono in fase di sperimentazione e che sono stabiliti dal sistema sanitario di ciascuno stato o dagli organi competenti in materia farmaceutica ve li riportiamo di seguito anch’essi seguiti da una breve descrizione.

Sicurezza: Un vaccino prima di tutto, come qualsiasi altro farmaco deve risultare sicuro il che non vuol dire che non avrà mai in alcun caso effetti collaterali o reazioni avverse possibili, bensì che in fase di sperimentazione i risultati ottenuti hanno dimostrato un buon rapporto efficacia/pericolo.

Dare una immunità cellulo-mediata: ovvero deve essere in grado di attivare il sistema immunitario inducendolo a produrre le difese immunitarie specifiche contro una determinata malattia senza coinvolgere gli anticorpi ma altre cellule del sistema immunitario.

Protezione: Il vaccino perché possa essere impiegato deve ovviamente dare una protezione e questa deve avere la durata maggiore che sia possibile nel tempo.

Riproducibile e a costo contenuto: Infine tra i parametri che un organismo competente deve tenere in considerazione troviamo la facilità di riproduzione del preparato ed il costo contenuto del metodo impiegato nella produzione.

Un vaccino sicuro è privo di qualsiasi effetto nocivo?

Purtroppo non esistono farmaci completamente privi di effetti collaterali o di reazioni avverse, tutt’alpiù possono essererci preparati  i cui effetti collaterali sono più bassi ma il rischio “zero” non si ha mai. Cogliamo l’occasione per spiegare anche cosa significhi effetto collaterale e reazione avversa attesa e inattesa.

Si parla di effetti collaterali quando vogliamo indicare una serie di effetti “paralleli” a quelli terapeutici di un farmaco (o vaccino) per fare un esempio la febbricola nelle ore seguenti la vaccinazione è un effetto collaterale in quanto stimolando il sistema immunitario è possibile un’innalzamento della temperatura corporea. Gli effetti collaterali si manifestano molto frequentemente, sono sempre attesi e difficilmente sono pericolosi.

Leggermente diverso è il discorso per una possibile reazione avversa la quale generalmente si manifesta in pochi casi (spesso in soggetti ipersensibili ad uno dei componenti del vaccino) con insorgenza ed effetti più gravi e ancora più raramente può essere inattesa (soggettività del paziente che versa in condizioni particolari) ovvero non verificata durante la sperimentazione. Pertanto alla luce di quanto detto in questo paragrafo, possiamo rispondere alla domanda asserendo che: un vaccino come qualsiasi farmaco risponde a dei prerequisiti valutati attentamente durante le fasi sperimentali e per cui risulta sicuro generalmente ma può dimostrare minor sicurezza d’utilizzo in alcuni pazienti.

Dobbiamo però dire che l’utilizzo di un vaccino avviene sempre dietro suggerimento medico che conosce la storia clinica del paziente (allergie, eventuali patologie) pertanto le possibilità che si verifichino reazioni avverse si riducono ulteriormente e comunque è dimostrato che il rapporto rischio beneficio derivante dalle vaccinazioni è nettamente a favore di quest’ultime.

Quale importanza ha la vaccinazione nella società odierna?

A mio parere nella società odierna la vaccinazione ricopre un ruolo fondamentale ed indispensabile per la sicurezza di ciascuno. Se infatti in tempi passati i vaccini erano importanti per debellare alcune malattie quali la poliomielite o il vaiolo, è altrettanto vero che oggi l’importanza della vaccinazione è di tipo profilattico e di “conservazione”. Tramite il calendario vaccinale nazionale i bambini vengono precocemente immunizzati nei confronti di alcune malattie che altrimenti potrebbero facilmente dare epidemie, basti pensare al tetano o alla difterite.

Inoltre tramite opportune campagne di vaccinazione mirate a vaccinare il numero più alto possibile di persone si arriva a garantire la sicurezza anche di quei pochi individui che rimangono nonostante tutto di parere contrario. È di non molti giorni fa la notizia, che personalmente ho sentito alla radio, in cui si metteva in guardia circa il calo delle vaccinazioni negli ultimi anni in Italia e si riportava di un nuovo caso di difterite, episodio confermato anche dall’Istituto Superiore di Sanità.

In quali rischi si può incorrere con una vaccinazione?

Nei paragrafi precedenti abbiamo accennato agli effetti collaterali e reazioni avverse, ma di cosa parliamo in concreto? Ogni anno l’Istituto Superiore di Sanità stila un rapporto con le statistiche riguardanti gli episodi di reazioni avverse ed effetti collaterali collegate ai vaccini; da questi resoconti risulta che nella quasi totalità dei casi si tratta di lievi effetti collaterali locali quali, gonfiore, rossore, leggera dolorabilità in sede di inoculo, febbre nelle ore successive.

Sono riportati poi alcuni casi di shock anafilattico soprattutto in pazienti predisposti o ipersensibili. Le reazioni avverse quali per fare due esempi disturbi neurologici o sincope sono estremamente rari. Un elenco completo dei possibili effetti collaterali e delel reazion avverse per ogni singolo vaccino è comunque riportato (secondo le leggi nazionali) sia sul foglietto illustrativo che sulla scheda tecnica prelevabile dal sito dell’AIFA.

Che copertura può avere un vaccino?

Una volta terminata la procedura di vaccinazioni sono due gli scenari che si possono presentare: il soggetto è coperto per tutta la vita ed è il caso per esempio del vaccino contro la poliomielite, oppure il soggetto ha bisogno trascorso un periodo di tempo di eseguire un richiamo o una nuova vaccinazione, è questo il caso della vaccinazione antitetanica la quale andrebbe ripetuta con richiami decennali terminata la profilassi. Ma perché è necessario ripetere la vaccinazione? Il motivo è molto semplice: anche se già immunizzati dopo diversi anni il “picco di anticorpi” può scendere e non garantire la copertura massima efficace, pertanto si procede ad un richiamo, non perché non si sia più immuni bensì per riportare i livelli di immunità al massimo.

Dopo quanto avviene l’immunizzazione dopo la vaccinazione?

In linea generale a seguito di una vaccinazione la totale immunizzazione si ottiene dopo circa 14-20 giorni.

Che ruolo dovrebbe svolgere il medico (o pediatra)?

Il medico o il pediatra sia che suggeriscano la vaccinazione, sia che siano i genitori a rivolgersi ad essi hanno il dovere di informare e rassicurare in merito ai benefici ed i rischi del vaccino, devono essere chiari nelle spiegazioni e disponibili per dare al paziente o ai suoi genitori una visuale più chiara possibile. Pertanto se qualcosa non vi dovesse essere chiaro non esitate e ponete tutte le vostre domande in merito.

In quali casi sarebbe opportuno aspettare a vaccinarsi o rivolgersi al medico (o pediatra)?

In tutti quei casi in cui si sia allergici è opportuno parlane con il medico, in casi di immunodeficienza o immunosoppressione, in caso di febbre o influenza o altre infezioni lievi se ritenuto opportuno dal medico o dal pediatra sarà possibile fare la vaccinazione.

C’è correlazione tra autismo ed i vaccini?

Le evidenze scientifiche al momento non hanno dimostrato correlazione tra i vaccini e l’insorgenza o l’aggravarsi della condizione autistica nei bambini. Pertanto il vaccino può essere eseguito tranquillamente sotto questo aspetto in pazienti affetti da autismo.