State cercando una meta suggestiva per una gita fuori porta o un weekend in compagnia? Desiderate rilassarvi in un borgo accogliente e silenzioso? Amate esplorare; fotografare; ammirare paesaggi e opere d’arte; degustare piatti genuini; sentirvi coccolati e accolti col sorriso? Siete nel posto giusto.
Oggi vi portiamo a Savignano Irpino, insignito la scorsa estate del prestigioso riconoscimento di uno dei borghi più belli d’Italia. Ridente paese della provincia di Avellino, sul confine con la vicina Puglia, Savignano domina la Valle del Cervaro, arroccato tra i colli Tombola e Calvario. Il territorio, abitato sin dall’antichità, reca le tracce di una storia millenaria, testimoniata da importanti ritrovamenti archeologici in località Ferrara e Pustarza; nonché dalle vestigia di diversi popoli e dinastie: Normanni, Svevi, Angioini, Guevara. Uno scrigno di tesori da scoprire: dal Castello Guevara alla Chiesa Madre, da Porta Grande alla Fontana Angelica.
Savignano offre ai suoi visitatori una variegata gamma di itinerari tra bellezze architettoniche, storico-artistiche e paesaggistiche: scorci e vedute indimenticabili; incantevoli opere d’arte, realizzate nei secoli da maestranze locali; sentieri immersi nel verde intenso dei boschi, tra sorgenti e oasi naturalistiche. Percorsi che risvegliano i sensi, odori e sapori genuini che rinvigoriscono corpo e mente.
Numerose le prelibatezze enogastronomiche, lavorate artigianalmente: olio Ravece DOP, latticini (caciocavallo podolico, caciocavallo affumicato, treccia, scamorza, ricotta), salumi (soppressata irpina, capicollo), aglio bianco dell’Ufita, miele. La pasta fatta a mano è da sempre un’arte e una tradizione: ogni anno le mamme e le nonne del paese si prodigano nella realizzazione di decine di chili di orecchiette, cucinate nella famosa sagra di agosto, affogate nel classico ragù di carne o nella più moderna versione delle “orecchiette tricolore”, con pomodorini, rucola e parmigiano. Altri piatti tipici sono: “Cicatielli e fagiolini”, “laganiell e fasul”, la cosiddetta “colazione savignanese” (patate e peperoni fritti), la zuppa di soffritto di maiale, “la ciambott” (zuppa di zucchine, patate, fagiolini, sedano).
D’estate tornano a popolarlo i numerosi savignanesi emigrati in Italia e nel mondo, allietati dagli eventi dell’imperdibile Savignanestate. Poi, finite le feste e le danze, il paese torna a vestire i panni di un’affascinante e misteriosa solitudine.