L’Equiseto è un’erba officinale dai molteplici utilizzi: drenante, ricostituente, emostatico, reintegrante degli annessi cutanei.
Detta anche “coda cavallina” per via della fisionomia, Equisetum arvense cresce nei luoghi umidi ed è una pianta antica, già presente sulla Terra 300 milioni di anni fa. I suoi fusti sono segmentati e spesso scanalati, cavi. Due tipi di foglie si inseriscono al margine di ogni segmento formando una sorta di guaina: gli sporofilli, che portano le spore, e i trofofilli, fusti sterili che compaiono a maggio, che forniscono nutrimento e sono provvisti di clorofilla.
La droga è costituita da questi ultimi, ricchi in sostanze silicee (che nella pianta servono a rinforzare le pareti), tannini (ad azione emostatica), flavonoidi (tra cui l’equisetina, ad azione diuretica), sali minerali (potassio, zinco, calcio, magnesio) e vitamine.
Proprietà dell’Equiseto
La sua abbondanza in silice favorisce la crescita e l’elasticità ossea e degli annessi cutanei (denti, capelli, unghie, cartilagini), per questo la si utilizza per la prevenzione e il trattamento dell’osteoporosi.
Viene inoltre proposta per i disturbi emorroidari, le epistassi frequenti e le metrorragie (perdite mestruali abbondanti), sia per uso esterno che interno.
Presenta inoltre una moderata azione drenante che la rende comune nei trattamenti anticellulite o contro la ritenzione idrica.
Formulazioni per uso interno sono l’estratto secco (capsule o tavolette), l’estratto idroalcolico (tintura madre) o la tisana. Il trattamento deve essere effettuato per almeno un mese (meglio due) per avere benefici apprezzabili.
Esternamente si fanno impacchi per la cute infiammata o le emorroidi imbevendo della garza sterile a mo’ di compressa, oppure bagni per tonificare la pelle o lenire il prurito con due manciate di erba sminuzzata nell’acqua calda.
Controindicazioni e interazioni dell’Equiseto
È meglio non assumere Equiseto in presenza di insufficienza renale o altre nefropatie.
Interazioni sono possibili con diuretici e farmaci cardioattivi tipo digitale (eccessiva perdita di potassio). In laboratorio l’Equiseto ha antagonizzato l’azione della vitamina B1, ma questo effetto non è ancora stato dimostrato sull’uomo.