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A.A.A. Principe azzurro cercasi…

C’era una volta…il principe azzurro delle favole.

Proprio lui, quell’essere mitologico, di cui ormai si sono perse le tracce. Quel cavaliere coraggioso, senza macchia e senza paura, che in sella ad un cavallo, rigorosamente bianco e tirato a lucido, attraversava boschi, valicava fiumi, all’occorrenza uccideva draghi, viaggiava per anni, pur di trovare lei,la fanciulla in pericolo.

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Non importava se la damigella in questione era prigioniera di una torre, o addormentata in una teca di vetro per colpa di un incantesimo, o passasse le giornate a pulire pavimenti, vessata da matrigna e sorellastre. Lui arrivava, si arrampicava su pareti lisce e impervie, dava il bacio liberatore, faceva entrare un piedone nella  scarpetta di vetro smarrita. E viveva con lei, felice e contento.

Rimane un mistero come, in un’epoca in cui internet non esisteva nemmeno come vocabolo,quando il mezzo di comunicazione più evoluto era il piccione viaggiatore, dove il cellulare era pura utopia, il principe riuscisse ad individuare sempre, con assoluta precisione, la torre sperduta dove era prigioniera la principessa, il punto cardinale esatto del bosco dove era la teca di Aurora, bella addormentata o il piede giusto.

Forse, ai fini della favola, non è importante, e sicuramente, le donzelle in questione non si sono fatte domande, hanno accettato a braccia aperte il loro destino. Il principe era sempre giovane, belloccio, atletico, per le lunghe cavalcate, ricco, proprietario di un maniero e a capo di un regno:un sacrificio leggero, direi!

Se proprio dobbiamo fare un appunto a questo figliolo, è per l’abbigliamento, che oggi qualsiasi fashion blogger boccerebbe:un uomo con  il leggins celeste sembra tutto , meno che affidabile!

Con il passare del tempo, la figura del principe ha perso il suo fascino. Le donne hanno capito che , se continuavano a rimanere ferme ad aspettare, a dormire e a disperarsi nella torre,non arrivava proprio nessuno, così hanno cominciato a salvarsi da sole. Nessuna si identifica più con la docile Cenerentola, che parlava con  i ratti e i candelabri, o con Raperonzolo, nessuna cerca più il principe azzurro.

Anche perché, oggi come oggi, un castello costerebbe troppo di Imu e il cavallo non si potrebbe certo mettere in garage.

Ma, allora, l’ideale maschile, se esiste, oggi come è?

Per alcuni anni, le pubblicità ci hanno mostrato aitanti giovanotti che portavano in uffici pieni zeppi di donne cassette di bottiglie di una famosa bibita, uomini che non dovevano chiedere mai e altri che si radevano con lamette a tripla azione. Ci andavano bene lo stesso. Non erano affidabili, come il principe, non avevano castelli e sarebbero venuti a salvarci solo dopo la fine del campionato di calcio, forse, ma erano belli, muscolosi, virili.

Se è vero che la pubblicità si adegua alla società, l’uomo che con aria naturale, spiega alle donne come si mette un assorbente interno, che prototipo di uomo è?

Del principe azzurro si diceva che sbiadiva al primo lavaggio, ma qui si è proprio perso nel tubo di scarico della lavatrice. Che sicuramente, sa usare meglio di una donna.

L’uomo che spiega come si mettono gli assorbenti interni, no! E’ troppo.E’ un’offesa al buon gusto, e al buon senso.

Non pretendiamo il principe, si è perso nel bosco, ma ci andava bene il garzone delle bibite, almeno poteva avvitare una lampadina,all’occorrenza. Il tampax, scusate, ma sappiamo metterlo benissimo da sole.

Siamo alla frutta. E marcia pure!