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Non solo parole: quando far parlare il corpo

L’esprimere sé stessi sta alla base del comportamento umano e ci permette fin dalla culla di interagire con l’altro e di metterci in contatto con la realtà. Il canale che da voce ai nostri pensieri è il linguaggio, definito come “pratica sociale” che ci lega direttamente al mondo esterno in quanto ci consente di dar vita al nostro essere.

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Tuttavia, la parola “linguaggio” ci rimanda a un atto propriamente fonetico, come insieme dei suoni e delle parole; questo concetto resta ad ogni modo limitato e meramente tipico di un ideale comune, dal momento che i linguisti son soliti individuare più tipologie di linguaggio, alcuni di essi metaforicamente affascinanti. La prima distinzione è quella tra il linguaggio verbale ed il linguaggio non verbale. Ad essi, si aggiunge l’enigmatico mondo del paraverbale.

L’attenzione degli studi a sfondo psicologico si focalizza normalmente sul linguaggio non verbale, pur trascurando che si tratta di un’innata manifestazione più o meno presente in ognuno di noi. Sviluppando ulteriormente questa peculiarità pare si possa acquisire maggior sicurezza in noi stessi al fine di trasmettere un’immagine completamente assertiva della propria persona, da cui è possibile trarre vantaggio anche nelle situazioni che possono rivelarsi vere e proprie difficoltà.

Il linguaggio non verbale è strettamente collegato con il concetto di autostima: ci mette a confronto con l’interlocutore per mezzo del corpo, dei movimenti, dei gesti, dell’atteggiamento. Far parlare il proprio corpo è prima di tutto un modo per trasmettere fiducia e comprensione a chi ci sta davanti: lo sguardo è il principale contatto con cui dimostrare interesse, mantenendo un equilibrio nell’utilizzo degli occhi. Il sorriso è sempre un ottimo biglietto da visita, ma un sorriso nell’immediato perde di importanza. Sorridere dopo aver ascoltato interamente il messaggio, è molto più convincente e rassicurante. Una stretta di mano poco sicura, rischia di far trasparire un’idea di scarsa sicurezza; pertanto, un’adeguata stretta determinata senza ostentare potenza avrà la meglio sulla conversazione in atto. Ponderando spazi, silenzi e movimenti, evitare di guardare per aria e togliere le mani dal grembo, darà un aspetto di sé più raccomandabile. A tutto ciò si aggiunge un buon ascolto della persona che abbiamo davanti e uno sviluppo, quindi, della capacità empatica.

In conclusione, far parlare il corpo aumenterà dunque la considerazione di noi stessi ed accrescerà maggiormente la stima di chi ci sta intorno.