A quanto pare, la domanda per l’utero in affitto è in costante aumento: nuove gravidanze sono pronte ad avviarsi su richiesta dei clienti, spesso residenti in luoghi lontanissimi, e cambiano perfino i profili delle offerte “pacchetto tutto compreso”. Un nuovo mercato si è aperto al miglior offerente: la maternità surrogata. Che sia un dono altruista o fatto per “lucro”, l’affare dell’utero in affitto riprende nuovo vigore.

Utero in affitto – L’italia si affaccia all’estero
Anche in Italia cresce di giorno in giorno il numero di coppie che, per avere un figlio, si rivolgono alle agenzie straniere; e mentre si intensificano gli scontri politici ed etici, i dubbi e gli interrogativi sull’argomento, negli USA una ex casalinga 40enne di origini italiane ha fatto carriera: dopo aver messo in affitto il proprio utero, per ben due due volte, ha fatto un salto di qualità diventando direttrice della “Sai” (Surrogate Alternatives Inc.) una delle più grandi agenzie in California.
Secondo la stessa Sai, solo negli Stati Uniti ogni anno oltre duemila gravidanze in affitto sono state portate a termine, con un incremento annuo costante del 20%: una su dieci di queste arriva da coppie italiane. Sette su dieci sono composte da eterosessuali, ma non mancano gli uomini singles e le coppie gay. Tornando in Italia, però, una volta stipulato l’affare nel paese scelto per la maternità surrogata, si rischia di incappare in guai legali, nonostante di recente la nostra legge si sia spesso pronunciata a favore.
Affittare un utero è come affittare una mamma?
Parliamo un pò di cifre, diverse a seconda dei Paesi: affittare una mamma negli USA costa fino a 120 mila euro, nell’Est Europa alcune decine di migliaia di euro; cifre che si riducono spostandosi nel cosiddetto “Secondo Mondo”, gli Stati asiatici. In Grecia (sempre più povera) i prezzi sono i più stracciati, nell’isola di Creta in particolare. La mappa ha una sua autonoma geografia, in quanto per la ricerca dell’utero in affitto ogni Stato ha le sue restrizioni e la sua legge.
La gravidanza è una trasformazione spirituale, oltre che fisica, un vero e proprio miracolo: una donna in attesa di un figlio è più sensibile e ricettiva, più bella, quasi “divina”. Nonostante il dolore provato durante il parto, dopo rimane intatto il senso di struggente dolcezza, le emozioni che solo durante la gestazione si possono sentire: per esempio il primo movimento, quel frullo d’ali che accarezza il ventre dall’interno, come spiegarlo? Da quel momento in poi, una donna (a parte rarissime eccezioni) si innamora perdutamente dell’esserino che sta creando dentro di se, sul quale fantastica ad occhi aperti: l’unico amore vero, incondizionato, eterno, che non ha uguali sulla terra.
Come può quella donna, anche solo per un istante, immaginare di mettere al mondo un figlio su “commissione”, affittando il suo utero? Sarà capace di restare indifferente ai suoi movimenti? Potrà ascoltare il battito del suo cuore, fantasticare sul colore dei suoi occhi, sulla forma del suo nasino, senza farsi inondare dalla tenerezza? Avrà abbastanza coraggio per sentirlo crescere dentro al suo ventre, giorno dopo giorno, per poi lasciarselo portare via dietro compenso? Ebbene, si, lo farà, se ci sarà costretta dalla fame e dalla miseria: ed è proprio questo, il lato più mostruoso della situazione.