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Legalizzazione della Cannabis legale in Italia e nel mondo

Un tema molto discusso da anni è quello della legalizzazione della Cannabis sia in ambito politico sia da un punto di vista sociale. Di recente soprattutto questo è divenuto protagonista indiscusso delle news del nostro Paese dove la vendita della Cannabis sta rappresentando un vero e proprio business.

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Legalizzazione della Cannabis: uno sguardo generale

La legalizzazione della Cannabis si è caratterizzata diversamente a livello mondiale, ciascun Paese nello specifico ha attraversato o sta al momento affrontando un suo personale e particolare processo legislativo. In questo articolo abbiamo deciso di approfondire quello che è stato l’iter affrontato dall’Italia per giungere effettivamente a comprendere a fondo la situazione attuale, ma ancor prima di addentrarci nell’argomento, è interessante dare uno sguardo al resto del mondo dove la situazione cambia da paese a paese.

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Fonte; Repubblica.it

Dal un punto di vista storico è particolare osservare come tutto sia iniziato con la proibizione della Cannabis, un divieto questo imposto per la prima volta negli Stati Uniti nel 1937 dove l’allora presidente Franklin Roosevelt ha firmato la legge del Marijuana Tax Act. Dopo questa prima fase di opposizione alla legalizzazione della Cannabis, la stessa è stata inizialmente accettata a scopo terapeutico e solo dal 2012 in poi alcuni stati degli USA hanno cominciato ad apportare modifiche alla normativa di legalizzazione della Cannabis comprendendo anche un uso ricreativo seppur con severi limiti fissati per legge. Uno sguardo generale sul mondo di oggi vede comunque una netta maggioranza di Paesi in cui la legalizzazione della Cannabis non è una prassi normalizzata, seppur con le dovute eccezioni di impiego che riguardano la destinazione d’uso o che fissano una quantità ritenuta non perseguibile partendo pur sempre da una legge che ne dichiara l’illegalità.

Uso terapeutico della Cannabis 

Quando si parla di legalizzazione della Cannabis a livello mondiale è fondamentale fare una distinzione di base che riguarda la destinazione d’uso dell’erba ottenuta dalla pianta della Canapa. Nel mondo infatti potremo notare come si sia ben presto creata una vera e propria spaccatura non solo fra paesi diversi ma anche e soprattutto all’interno di singole realtà che vedono concretizzarsi la legalizzazione della Cannabis ad uso esclusivamente terapeutico.

L’utilizzo in campo medico della Cannabis è stato ed è ancora oggi un argomento molto discusso ma che in realtà affonda le sue radici nella storia antica, in Cina ad esempio la Canapa è considerata una delle piante più importanti della medicina tradizione di cui si trovano fonti fin dai tempi dell’imperatore Shen-Nung, un sovrano leggendario vissuto circa 5000 anni fa. Restando in area orientale anche in Egitto e nel mondo islamico troviamo fonti relative all’uso terapeutico della Cannabis, mentre la storia della legalizzazione della Cannabis ad uso esclusivamente curativo in Occidente ha inizio in Inghilterra dove nel 1830 il medico O’Shaughnessy ha potato con sé al rientro da un viaggio in India le infiorescenze della pianta di cui aveva studiato le sorprendenti proprietà analgesiche.

Da qui in avanti la storia della legalizzazione della Cannabis ad uso terapeutico incontra in Europa e negli USA un primo momento di largo impiego cui segue un forte proibizionismo e solo negli anni 2000 si è potuto riprendere a studiarne gli effetti benefici in alcune condizioni patologiche fino ai giorni nostri che vedono 29 stati americani accettare la legalizzazione della Cannabis limitativamente ad uso medico.

Legalizzazione della Cannabis per uso ricreativo

Per quel che concerne l’uso ricreativo della Cannabis il discorso è ben diverso, infatti ad oggi sono veramente pochissimi i Paesi che si differenziano per la legalizzazione della Cannabis per uso ricreativo. Questi Stati per ora sono: negli Usa, nello specifico Colorado, Washington, Alaska, Oregon, Columbia e California da pochi mesi; seguono Uruguay, Olanda e Bangladesh. Quando parliamo degli stati in cui è stata normalizzata la legalizzazione della Cannabis occorre precisare che ci stiamo riferendo alla variante di canapa che ha effetti allucinogeni e psicotropi sull’uomo dovuti ad alte percentuali del cannabidiolo THC. Ben diverso è invece il discorso da fare per quel che concerne la legalizzazione della Cannabis light, una varietà quest’ultima che è di recente stata approvata anche in Italia seppur con alcuni limiti che meritano un approfondimento a parte.

Legalizzazione della Cannabis Light

Quando si parla della legalizzazione della Cannabis Light si deve fare un discorso molto differente rispetto a ciò di cui abbiamo parlato in precedenza, infatti se la prima è una varietà di canapa associata ad effetti psicotropi e allucinogeni, questa seconda, connotata da bassi limiti del cannabidiolo THC imposti per legge, non ha un ruolo attivante sull’organismo umano, anzi si potrebbe dire addirittura che apporta solo una serie di benefici che vanno da una generale sensazione di relax agli studi più recenti circa il suo impiego in campo oncologico e dermatologico. In un precedente articolo abbiamo elencato i 5 effetti della marijuana legale.  Per dare un’idea di quanto la legalizzazione della Cannabis light sia ben diversa dall’erba tradizionale basta pensare che non è vietata né la guida né l’uso di macchinare se se n’è fatto uso.

Legalizzazione della Cannabis Light in Italia

La legalizzazione della Cannabis non psicoattiva in Italia è siglata da una legge di recentissima approvazione, nello specifico stiamo parlando della 242 del dicembre 2016 entrata in vigore il 14 gennaio 2017 e che in questi primi mesi del 2018 ha determinato l’esplodere di un vero e proprio business di aziende commerciali che vendono numerose varietà di canapa legale sia in negozi fisici sia in grow shop on line. Ancor prima di giungere all’approvazione della legge riguardo la legalizzazione della Cannabis Light, il nostro Paese ha affrontato un significativo cambiamento normativo nel 1990, ci stiamo riferendo al decreto presidenziale numero 309 del 9 ottobre 1990, una legge che tratta per l’appunto il delicato argomento degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope comprendendo tra l’altro temi importanti come la prevenzione, la cura e la riabilitazione degli stati di tossicodipendenza. Tale legge è quella che, nello specifico, ha sancito la depenalizzazione dell’uso di Cannabis illegale in Italia, ciò significa che se fino all’emanazione di tale provvedimento l’utilizzo di canapa con effetti psicotropi era considerato un reato penale, da quel momento in poi viene a confluire nei cosiddetti reati amministrativi, considerati minori e puniti in genere con sanzioni di minore entità.

limite massimo di thc della marijuana legale
Limite massimo di thc della marijuana legale

Resta comunque illegale l’uso e la detenzione di Cannabis con alti livelli di THC, fanno eccezione l’utilizzo terapeutico, che è considerato legale sotto prescrizione medica, e lo stesso vale per la coltivazione della Cannabis Sativa la cui produzione abbia come scopo l’impiego nel settore tessile, con un bassissimo livello di THC o per la produzione di alcuni prodotti alimentari, al momento comunque queste due eccezioni alla norma generale che vieta l’uso della Cannabis rientrato effettivamente nella legge sulla legalizzazione della Cannabis Light.

Uso medico e coltivazione

Prima di passare alla trattazione degli attuali dubbi che sorgono spontanei quando si parla della legalizzazione della Cannabis light in Italia, vogliamo spendere qualche parola in merito ai due importanti temi citati poco sopra ossia quello relativo all’uso terapeutico della Cannabis e quello che riguarda la coltivazione della Canapa in Italia.

Per quanto concerne il primo, l’uso della Cannabis è regolato, e dunque considerato legale, se fatto dietro prescrizione medica, a stabilire tale concessione è stata l’ordinanza del 1 febbraio 2010 del Tribunale di Avezzano che si è appunto concentrato sulla legalizzazione della Cannabis ad uso terapeutico, ossia per la composizione di medicinali o preparati specifici utilizzati soprattutto in ambito neurologico, oncologico o per la terapia del dolore.

Ad intraprendere questa via in Italia la regione che ha dato il via alle danze è stata la Puglia con la delibera della Giunta regionale numero 309 del 9 febbraio 2010, l’hanno poi seguita la Toscana nel 2012 e la Liguria. Nonostante però queste disposizioni circa la legalizzazione della Cannabis ad uso terapeutico è opportuno precisare che nel concreto esiste ad oggi una reale difficoltà nell’ottenere una prescrizione medica che ne autorizzi l’uso, si tratta di un problema da prendere in considerazione perché è proprio a causa di questa mancata disponibilità da parte dei medici che moltissimi malati per i quali le terapie farmacologiche non risultano efficaci si riducono ogni giorno ad dover acquistare la Cannabis attraverso canali illegali o coltivandosela da sé rischiando però di finire in seri guai. Un’evoluzione in tal senso sembra poter essere rintracciata nella variazione normativa del 23 gennaio 2013 seguita l’anno seguente dall’autorizzazione alla coltivazione della Cannabis ad uso medico.

Per quanto invece riguarda la coltivazione della Canapa, l’Italia ha stabilito una prassi precisa che prevede il possesso di precise autorizzazioni. Le regole relative alla coltivazione, come abbiamo anticipato poco sopra, rientrato nel campo normativa della legalizzazione della Cannabis Light, si tratta perciò di quei sementi approvati dall’Unione Europea che abbiano un contenuto del cannabidiolo psicoattivo THC compreso fra lo 0,2 e lo 0,6 per cento.

Si ritiene dunque illegale e perseguibile per legge l’agricoltore che venga trovato in possesso di piante la cui percentuale di THC superi i limiti fissati, va comunque precisato che le autorità non vanno in tal caso a colpire nello specifico il produttore ma piuttosto la piantagione che può essere sequestrata o distrutta. Un approfondimento merita il tema della destinazione d’uso infatti la coltivazione della Canapa in Italia è ammessa se finalizzata alla ricerca e all’integrazione in ambito di sostenibilità ambientale, e per la produzione di alimenti e cosmetici.

L’ambiguità normativa della destinazione d’uso

Giungiamo infine a trattare il problema relativo alla destinazione d’uso, un argomento scottante di cui si fa un gran parlare in merito alla legalizzazione della Cannabis in Italia. Ciò che infatti lascia non poco sconcertati commercianti e consumatori riguarda l’ambiguità della legge che non specifica in alcun modo l’impiego della Cannabis Legale. E’ proprio in questo vuoto amministrativo che devono essere individuate le cause per cui anche chi acquista la Cannabis legale può leggere sulla confezione del prodotto avvertenze che riguardano il divieto di combustione del prodotto.

Messaggi simili vengono riportati con grande chiarezza anche sui portali on line dei grow shop che addirittura appongono sui pacchi spediti alle abitazioni degli acquirenti etichette che denotano i prodotti come “profumatori per ambienti”. Insomma sembra proprio che la legalizzazione della Cannabis in Italia sia reale a tutti gli effetti purché questa non venga fumata, si tratta certo di un campo che continuamente viene sottoposto a revisioni e modifiche, non sta dunque che restare in attesa di una maggiore chiarezza che si concentri appunto sull’uso della Cannabis legale.