Camerino (Cammirinu in dialetto locale) è un comune delle Marche in provincia di Macerata noto soprattutto per la sua antica Università, fondata in epoca medievale Sorge tra le valli del Chienti e del Potenza, chiusa a sud dal massiccio dei Monti Sibillini e a nord dal Monte San Vicino.
I suoi paesaggi sono incantevoli e suggestivi, ricchi di colori, di storia, di un mondo che non esiste più. Ma soprattutto ricchi del coraggio di una popolazione abituata a rimboccarsi le maniche e a fronteggiare ogni calamità.
“ … la si vede quasi con meraviglia, uscendo dai monti, sul cucuzzolo di un colle, eminente, isolato. Un forestiere che salisse tra la nebbia se la troverebbe davanti come un’apparizione… Il suo profilo lontano esprime un destino di signoria”. (Ugo Betti)
Questa zona infatti conosce bene la forza della terra e anche la sua brutalità quando esplode in profondità provocando terremoti improvvisi e sciami sismici che sembrano non finire mai. Come quelli che stanno flagellando il Centro Italia in questi giorni e che tornano a far visita a questa città dopo l’ultimo grave disastro del 1997 che danneggiò molte abitazioni e chiese e richiesto vari interventi di ristrutturazione.
Mentre altri dibattono, recriminano e accusano, Camerino offre un esempio di come si ricomincia dopo una devastazione. Con coraggio, operosità e determinazione, i suoi abitanti hanno risalito la china tante volte nel corso della storia e conoscono bene l’onerosità e l’impegno di una ricostruzione.
La sua bandiera, costituita da tre torri, ad indicare, secondo la versione ufficiale, i tre terzieri risalenti all’epoca ducale: Sossanta, Di Mezzo e Muralto, secondo la versione popolare rappresentano invece le uniche tre case rimaste in piedi dopo il terribile terremoto del 1741, successivo a quello del 1730 nella stessa zona.
I Camerinesi, o Camerti, secondo l’etimo più signorile, hanno fondato la loro bandiera su ciò che resta, su quanto rimane per ricostruire, sulle risorse e non sulle mancanze, incarnando il principio sostenuto dai tutti i grandi maestri della storia:
“La felicità più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta”.
In questa città (dove ho trascorso per anni le mie vacanze estive in compagnia dei nonni, ndr) si respira sempre una grande voglia di vivere e di stare insieme. Lo dimostrano le numerose manifestazioni e rievocazioni storiche organizzate durante tutto l’anno, come la corsa alla Spada e la festa del Patrono a maggio; lo dimostra il grande fermento culturale: la rassegna internazionale di Musica e Teatro da camera ad agosto e la mostra dell’artigianato artistico da maggio a settembre presso la Rocca Varano. E poi l’orto botanico, il museo di scienze naturali, la pinacoteca, la stagione teatrale da ottobre a maggio, la fiera di sant’Antonio il 18 gennaio e di San Venanzio il 19 maggio.
Il 27 marzo 2015 la città è stata anche insignita dal Touring Club Italiano del prestigioso marchio BANDIERA ARANCIONE, simbolo di eccellenza e qualità nell’accoglienza, con la seguente motivazione: “La località si distingue per il sistema di segnaletica di indicazione, per gli attrattori storico-culturali e per le strutture ricettive e ristorative. Inoltre è da segnalare la varietà dell’offerta ricettiva e la buona offerta ristorativa. Le risorse storico-culturali sono fruibili e ben comunicate al visitatore, che può anche apprezzare la vivacità culturale del paese grazie ad un ricco calendario di manifestazioni ed eventi. Efficiente è inoltre la gestione dei rifiuti ed elevata la percentuale di raccolta differenziata”.
Non dimentichiamo mai quanto è inestimabile il nostro patrimonio naturale e artistico. Curiamolo, proteggiamolo, valorizziamolo. Che nessuno ce lo porti via.