Immaginiamo il nostro salotto di casa immerso in una luce soffusa che abbiamo appositamente ricreato per rendere piacevole l’atmosfera, immaginiamolo adesso con i colori appositamente studiati per infonderci tranquillità, a partire dalle pareti, continuando dai quadri e ultimando il nostro percorso visivo con i mobili, divano compreso, dove tutto quanto ci sta intorno, grazie alla nostra creatività, fa bella mostra della nostra arte di apprezzare il bello. Adesso immaginiamo di infondere in tutto il contesto appositamente ricreato, in vista della visita di una persona cara, il fumo appositamente ricreato da un incenso che brucia in un angolo della stanza. Bene, staremo pensando, era quello che ci voleva, abbiamo confezionato in casa nostra un ashram indiano, un luogo di meditazione e di ascesi, un luogo di innalzamento della nostra spiritualità e di chi ci viene a trovare in casa ed invece, senza volerlo, abbiamo creato all’interno delle nostre pareti una vera e propria camera a gas dagli effetti assai nocivi!
Secondo l’Istituto Superiore della Sanità, infatti, gli apparentemente innocui bastoncini messi a bruciare per diffondere nell’aria il soave profumo d’incenso, detengono livelli di benzene, microparticelle PM10, da far invidia all’aria più ammorbata dei centri urbani e industriali delle periferie delle nostre città. A sostenere la triste evidenza, un gruppo di ricercatori tra cui Gaetano Settimo (ISS) e Werner Tirler (Eco-Research, Bolzano), che hanno rivelato come in un metro cubo d’aria all’interno di una casa, si sprigionano ben 200 microgrammi di benzene e tutti i suoi derivati chimici. Se non è ancora chiaro cosa significhino tali valori, pensiamo soltanto che per la nostra salute i livelli di inquinanti ammessi non devono superare i 5 microgrammi per metro cubo.
Se poi andiamo a misurare i livelli di PM10, la semplice accensione di incenso fa schizzare i valori di queste particelle a 342 microgrammi per metro cubo. Volete sapere qual è la soglia consentita? Appena 6! Se poi andassimo a misurare le particelle ultrafini disperse nell’aria dal bastoncino lasciato ad ardere, rileviamo qualcosa come 173 – 700 particelle per metro cubo immesse nell’ambiente e dunque molto dannose per l’organismo a fronte di una concentrazione ritenuta sopportabile intorno a 18 – 500 per metro cubo. Certo qualcuno sosterrà, cosa sarà mai l’accensione di un bastoncino che non arde per più di dieci minuti? Anche per questo interrogativo c’è una risposta, visto che bastano quei dieci minuti accesi, per rendere tossica tutta l’aria che respiriamo in casa.
“Il nostro è stato un lavoro eseguito a tappeto – racconta Settimo – dal momento che abbiamo acquistato una serie di incensi, sia nei negozi specializzati sia nei grandi magazzini. In alcuni casi i valori riscontrati sono stati bassissimi, in altri decisamente allarmanti. E il problema è che spesso non è presente nessuna etichetta che riporti i principali componenti e soprattutto le avvertenze sull’utilizzo in ambienti indoor, come ventilare durante l’utilizzo e utilizzare saltuariamente”.
Se è vero che analoga attenzione meritano i prodotti utilizzati in casa per deodorarla, pensiamo ai cosiddetti air fresheners tanto in voga, vero è anche che quest’ultimi generalmente vengono realizzati da aziende specializzate che per lo meno ci informano con le apposite etichette sui rischi e sul modo di utilizzare determinati preparati. Diverso è il discorso che concerne l’incenso, il cui mercato è spesso non regolare, non semplice da mappare e controllare, soprattutto in vista della sua provenienza e degli scarsi controlli che riguardano la sua importazione. Che il rischio di inquinamento è reale lo dimostra l’analoga attenzione prestata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nei confronti di tutti quegli inquinanti che siamo soliti portarci in casa con la presunzione di credere di poter rendere più piacevole e salubre il soggiorno all’interno delle nostre pareti domestiche.
“In Francia per esempio – prosegue Settimo – l’obiettivo a cui si mira è quello di proibire la vendita di questi prodotti con emissioni di benzene superiori ai 2 microgrammi metro cubo, in linea con le indicazioni OMS e meno della metà rispetto ai 5 microgrammi fissati dalla direttiva comunitaria 2008/50”.
Dobbiamo dunque dire no al particolare contesto suggestivo che sta dietro un bastoncino di incenso lasciato ad ardere in salotto? Dobbiamo rinunciare al romitaggio che ci da l’illusione di vivere in pace con la natura e che solo il profumo di questa sorta di pianta speciale, unica ed orientale, può indurci? Forse no, ricreiamo il nostro ashram indiano domestico ma applichiamo ad esso alcune importanti precauzioni. Innanzitutto cerchiamo incensi dove siano inserite in etichetta le percentuali di inquinanti immesse nell’aria e scegliamo quei prodotti dove tali percentuali siano le più basse possibili. Ed in ultimo e non certo per ordine di importanza, apriamo le finestre quando l’incenso brucia, ventiliamo la casa e soggiorniamo in altra stanza finchè il bastoncino non abbia ultimato la combustione e così agendo… Addio atmosfera orientaleggiante ed indiana ricreata nel nostro salotto di casa!