Il vino: prima tira su e poi deprime. Perchè è piacevole? Dopo quanto si inizia a star male? Ecco le curiosità della scientifica di una sostanza che si consuma molto durante le feste.
Tanti soppressivi dell’alcol colpiscono la corteccia prefrontale, responsabile dei pensieri razionali, di capacità per programmare, di affondare la rabbia o valutare oggettivamente: i lobi temporali hanno un ruolo fondamentale per la memoria: per questo motivo si dimenticano le cose e si è incoerenti sotto effetto dell’alcol;
L’effetto della depressione non coinvolge tutte le arre delle funzioni celebrali. Il vino aumenta l’attività neurale. Ecco il motivo degli sbalzi d’umore come l’ euforia. Bere attenua lo stress e rilassa;
Durante i brindisi, capita l’atmosfera si spegne, e l’entusiasmo cambia in tristezza. Questo fatto avviene perché l’alcol possiede un bifasico andamento: gli effetti sono diversi e si contrastano in base all’intossicazione. L’allegria avviene quando si raggiunge un picco fra lo 0,05-0,06%.
Dopo la soglia, gli effetti negativi sopraggiungono. L’ideale sarebbe mantenersi nel limite di due o tre bicchieri, ma capirlo non è facile, perché gli effetti sono diversi su ciascun essere umano. Fermarsi quando gli altri bevono continuamente è difficile.
SEDATI: l’alcol irrompe l’attività dei neutrotrasmettitori, i portatori delle informazioni dei neuroni: Le prime azioni hanno effetti visibili negativi per le capacità risolutive ai problemi e alla memoria;