Ricordando gli effetti deleteri che ha il caldo sui farmaci, l’interrogativo che potrebbe affacciarsi alla mente di quei pazienti sottoposti a terapia farmacologica è se di fronte ad ondate di caldo eccezionale, di fronte allo stato di prostrazione fisica che li assale, possano o meno decidere autonomamente se sospendere una terapia loro assegnata in attesa di giornate più fresche, variare la frequenza delle somministrazioni dei farmaci o addirittura aumentarne le dosi. Errore gravissimo che qualcuno potrebbe pagare molto salato!
Solo il medico è autorizzato ad apportare modifiche alle terapie
Infatti l’imperativo categorico è solo uno: “non agiamo di testa nostra”. Chi lo fa rischia e non maledica l’avversa sorte per le conseguenze cui sia andato incontro. Solo il medico può consigliarci se sospendere, aumentare, ridurre una cura che ci ha prescritto. Ma magari dalla lettura del foglietto informativo riceviamo utili suggerimenti che potremmo a nostra volta condividere col nostro medico e insieme a lui decidere il da farsi. Premesso dunque che non dobbiamo assumere alcuna iniziativa senza aver prima consultato il medico, per grandi linee anche l’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, prova a darci qualche suggerimento.
Ad esempio, ci “invita a prestare una cautela particolare nell’assumere dei farmaci nel corso del periodo estivo in generale e soprattutto durante le cosiddette “ondate di calore”, perché le condizioni ambientali possono incidere sull’integrità, l’efficacia e la sicurezza dei medicinali”.
Alcuni farmaci più di altri possono aggravare gli effetti delle alte temperature nel paziente che li assume. Ovviamente una classificazione precisa non è possibile farla, ma ricordiamo che gli anticolinergici, gli antipsicotici, gli antistaminici, gli antidepressivi, gli ansiolitici e rilassanti muscolari, i beta-bloccanti, gli antipertensivi e diuretici, gli antiepilettici sono fra questi. Una precisazione occorrerebbe farla. Mentre chi è affetto da patologie conclamate e spesso anche impegnative attua protocolli terapeutici completi ed è sottoposto a monitoraggio delle terapie da parte dei medici che lo tengono in cura e dunque difficilmente va incontro a spiacevoli conseguenze con i farmaci anche in condizioni eccezionali di temperature, la stessa cosa non si può dire di quelle persone che assumono sporadicamente una medicina per alleviare disturbi minori.
Spesso sono questi i pazienti più esposti agli effetti avversi dei farmaci. Immaginiamo un paziente che si stia curando un’orticaria magari contratta al mare, con un antistaminico. Proprio l’eccezionalità della terapia per di più di breve durata non lo porterà a considerarsi giustamente malato e assumerà un farmaco contraddistinto anche da importanti effetti collaterali estremizzati dal caldo con noncuranza e con la stessa noncuranza non si spiegherà quegli effetti avversi che gli stanno capitando. Utile a questo punto la classificazione che l’Aifa ha fatto su molti farmaci con le indicazioni per usarli in sicurezza, come ci viene mostrato in questa lista di sostanze farmaceutiche che potrete trovare qui in questo link.
A questo punto resta solo da capire, al perdurare delle alte temperature cui siamo sottoposti e ai quali sono sottoposti gli stessi farmaci, quale sia il modo migliore per proteggerli al meglio dall’eccessivo calore. Torneremo presto sull’argomento con le utili indicazioni al riguardo.
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