Home SALUTE Farmaci: al caldo si proteggono così – Prima parte

Farmaci: al caldo si proteggono così – Prima parte

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Stiamo vivendo giornate di caldo intenso e soprattutto senza che vi sia tregua da un giorno all’altro. Queste temperature sopra le medie stagionali fanno male alla nostra salute, soprattutto a risentirne sono gli anziani e le persone già affette da multi patologie. Ma quello che spesso non si dice è che le elevate temperature fanno male anche ai farmaci con i quali ci curiamo e gli stessi farmaci possono avere effetti diversi a seguito della modificazione chimica che il caldo esercita su di essi e sulla diversa predisposizione dell’organismo nei confronti delle sostanze farmaceutiche quando sottoposto ad ondate critiche di caldo eccessivo per un periodo tanto prolungato.

Il farmaco, un piccolo laboratorio chimico racchiuso in un involucro

Cominciamo col dire che il farmaco è costituito da un principio attivo, ovvero la molecola studiata per agire contro una determinata malattia e dai cosiddetti eccipienti. Quest’ultimi servono a stabilizzare la specialità farmaceutica, a provvedere alla sua conservazione, a darne consistenza, a prolungarne il mantenimento, a volte a dare un sapore più gradevole ad esempio alla pillola che stiamo assumendo. Spesso a risentire del caldo può essere, oltre che il principio attivo, lo stesso eccipiente e non è un evento da tenere in poca considerazione sol perché si può ritenere che quel che conta è il principio attivo ai fini della cura. Basta un eccipiente rovinato e tutto il farmaco è da buttare perché responsabile di inattesi effetti collaterali.

Attenzione: il caldo può modificare l’efficacia di una cura

Poiché il caldo modifica la struttura del farmaco, alterandone gli equilibri e la giusta composizione, trasportare sostanze farmaceutiche magari in auto lasciate al sole dove la temperatura può in breve tempo superare i 50 gradi, non è raro ritrovarsi di fronte a farmaci che magari apparentemente hanno una consistenza normale ma solo all’apparenza, quando va bene hanno perso tutta la loro efficacia. Immaginiamo cosa significhi per il malato che li assume apprendere che da questi farmaci non riceve più alcun beneficio. Se dunque il caldo può modificare il farmaco, l’elevata temperatura modifica noi stessi anche nei confronti della malattia che stiamo combattendo.

Attenzione: i farmaci non agiscono allo stesso modo in tutte le stagioni

D’estate, ma soprattutto quando le temperature si elevano per giorni e giorni senza tregua, l’organismo è sottoposto a tutta una serie di stress termici che di norma supera senza troppe conseguenze. Ma non è la stessa cosa per chi è afflitto da una malattia e spesso sta già male ed è costretto ad assumere farmaci, in condizioni estreme di caldo intenso. In queste condizioni un paziente potrebbe ricevere da quelle stesse molecole farmacologiche in grado di dargli sollievo in condizioni normali, persino aggravamento del proprio stato patologico o effetti avversi che non aveva nemmeno messo in conto. Pensiamo all’improvvisa sudorazione spesso ben oltre quella ammessa con una temperature elevata, pensiamo alle vertigini, alla confusione mentale, all’eccessiva sonnolenza, allo stato di obnubilamento improvviso cui spesso non riusciamo a dare spiegazione, eppure la risposta potrebbe essere ad un passo da noi ed è all’interno di quella scatoletta che custodisce il farmaco, si chiama foglietto informativo che solitamente buttiamo ancor prima di aver consumato il prodotto. Se lo usassimo di più scopriremmo che ci informa su tante cose, ad esempio, magari ci ha appena sconsigliato di assumere il farmaco in determinate condizioni fisiche e ambientali. Oppure ci ha informato su come custodire il farmaco in condizioni climatiche particolari. Facciamoci un “nodo al fazzoletto” e ricordiamo la prossima volta che ci serve, che prima di assumere un qualsiasi farmaco dovremo controllare il foglietto illustrativo interno, quello che in gergo si chiama “bugiardino”!

Leggi la seconda e terza parte!

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