I suoi occhi nocciola mi scrutano. Inarca le sopracciglia e mima una o muta con le labbra. Vorrà copiare, penso. Da compagna di scuola di vita gli mostro i miei libri, uno per uno. Letteratura, matematica, scienze, rispetto, educazione, fiducia. Il suo zaino è vuoto. Gli presterò qualcosa di mio. Lui sorride per ringraziarmi, muovendo le orecchie con fare curioso. Che buffo. Anche mio padre riesce a muoverle, allo stesso modo e con lo stesso sguardo. Vorrà ascoltare meglio, credo. Parlo più forte e avvicino il quaderno. Riuscirà a sbirciare tra le pagine della mia vita e, voglioso com’è d’imparare, riuscirà a trarne insegnamenti. Ruberà le mie conoscenze e le farà sue. Sarà più bravo di me, ne sono certa. Ma adesso é una tabula rasa sulla quale ogni giorno scrivo una parolina. É una tavola che domani racconterà la sua storia.
Tante cose imparerà da questi banchi. Il suo zainetto si riempirà, poco alla volta, senza fretta. É curioso ma paziente. Assaporerà i contenuti con calma e, in questo modo, li assimilerà meglio. E alla fine, sicuramente, sarò io a sbirciare tra i suoi fogli.
Da buoni compagni di banco faremo uno scambio; oggi lui prende qualcosa di mio, domani io prenderò un po del suo. In realtà, però, nonostante i suoi brevi nove mesi, mi sta già insegnando qualcosa di importantissimo: il sacrificio. Un valore che gli restituirò a tempo debito.
Seduti accanto, in questa scuola della vita dove non si finisce mai d’imparare, ci aiuteremo.
I suoi occhi nocciola mi scruteranno. Inarcherà le sopracciglia e mimerà una o muta con le labbra. Mamma vuole copiare, penserà mio figlio.