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Come scrivere un buon romanzo: 5 consigli utili

A quanto pare, in Italia ci sono quasi più scrittori che lettori e se non è così, ci avviciniamo parecchio al vero. Con una realtà simile, è ovvio che i giovani che hanno la passione per la scrittura si trovano una concorrenza molto ampia e spesso spietata. Ecco 5 consigli utili per tenersi stretti i lettori.

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1. L’originalità

Spesso si tende a seguire l’ondata del momento, un argomento o un concetto già presenti negli ultimi libri usciti. Considerate però, che se voi avete pensato di cavalcare l’ultima onda, la maggior parte degli scrittori pensa la stessa cosa. Naturalmente potreste anche avere fortuna e spiccare in mezzo agli altri autori (molto difficile), rimane il dato statistico che siete solo uno dei tanti a trattare l’argomento in questione. Inoltre, i lettori che compreranno il vostro libro solo per il contenuto “alla moda”, difficilmente ricorderanno il vostro nome. Se anche riuscite a vendere un po’ di copie, rischiate di bruciarvi i lettori per una seconda lettura, se il testo manca di originalità.

Pensate a “Twilight” e a “Il diario del vampiro” (per ora parliamo di valore di mercato, non del valore letterario dei libri, perciò mettete da parte i pregiudizi per questi due titoli; con o senza, rimane il dato di fatto che questi volumi hanno venduto): questi sono solo i titoli che hanno spiccato in mezzo agli altri, ma di contro, ci sono stati milioni di scrittori che hanno pubblicato (o provato a pubblicare) libri sui vampiri perché andava di moda.

2. Personaggi credibili

Spesso, in un libro, si nota se l’autore ha voluto seguire solo un’idea di base, senza pensare troppo a chi di fatto interagisce con tale idea. Per farvi un esempio concreto, pensate al solito giallo/thriller. L’autore di solito costruisce la trama partendo dall’evento principale, che nel nostro caso potrebbe essere un omicidio. Questo è un bene, perché così si ha in testa gran parte del libro. Ma dovete considerare che ogni persona reagisce con le altre persone e con gli eventi avvenuti in loro presenza in maniera diversa. Non tutti piangono di fronte a un omicidio, non tutti si disperano (anzi, quasi nessuno) per uno sconosciuto ucciso. Per questo dovete considerare i vostri personaggi come persone, non come semplice comparse nella vostra storia. Ogni personaggio ha un passato, un lavoro, degli amici o conoscenti o una famiglia, vivono in una città, in una casa, in un appartamento e soprattutto, ogni personaggio ha caratteristiche personali (che possono essere fisiche o caratteriali). Un vecchio trucco è quello di associare a ogni personaggio una propria conoscenza: pensate a quando state per uscire con uno dei vostri amici; sarete più contenti di uscire con qualcuno invece che con qualcun altro. Questo proprio perché nei nostri amici riconosciamo quelle caratteristiche personali che ci possono piacere o meno. Lo stesso vale con i personaggi.

3. Esprimere i sentimenti e le emozioni

Se credete di scrivere un libro senza prendere in considerazione i sentimenti e le emozioni dei personaggi, state sicuramente scrivendo un libro tecnico o un saggio filosofico, ma non un romanzo.

Il lettore cerca le emozioni; ha comprato il libro per essere intrattenuto e soprattutto emozionato. Emozionare il lettore può essere una vostra capacità più o meno buona, ma non ci riuscirete mai se il lettore trova dei personaggi sterili e privi di sentimenti. Prendiamo un esempio facile: uno dei vostri personaggi, che non sa nuotare, sta per affogare. Conoscendo il carattere del personaggio, mettiamo che questo avrà paura in una situazione del genere (ovviamente non è detto che ce l’abbia, tutto dipende da come l’avete disegnato). Capito che il vostro uomo inventato debba provare paura (bisogna sempre capire se il personaggio, non voi, può avere determinate sensazioni o meno), dovrete descrivere tale sensazione. Alcuni a questo punto diranno: “Ma io non sono mai stato sul punto di affogare, non ho idea di cosa si prova”. Giusto. Ma non è quello il punto. Il punto è proprio – e ripeto – capire che in questo caso il vostro personaggio debba provare la paura. La paura l’avete provata, giusto? Ci sono stati momenti nella vostra vita in cui avete provato paure o timori simili, come stare per cadere da una scala, come essere sfiorati da una macchina in movimento. Dovete prendere un episodio della vostra vita in cui avete provato paure simili e descrivere quello che avete sentito. Ovviamente, più il vostro episodio della vostra vita si avvicina alla situazione in cui si trova il personaggio, più sarete facilitati a descrivere le dovute sensazioni.

4. Scrivere di ciò che si conosce

“A me piacciono i thriller, le scene con l’azione, storie di spionaggio… Scriverò qualcosa del genere.”

No. Non lo fate. Se vi piace un genere, il thriller ad esempio, potete leggere un sacco di thriller per capire come creare la suspense tipica di questo genere. E questo è un bene. Ma ciò non vuol dire che potete scrivere un romanzo sulle spie, senza sapere nulla dei servizi segreti degli stati, della loro organizzazione e della loro gerarchia, senza sapere nulla di come in realtà operano, di come vengono assegnate le missioni e perché.

“Ho letto Il codice Da Vinci e vorrei scrivere un libro sul Santo Graal.”

No. Di nuovo e ancora no. Non pensate che, se leggete un solo libro su un certo tipo di argomento, siete a conoscenza dell’argomento. Un autore che ha scritto un libro sul Santo Graal si è informato a proposito, ha fatto delle ricerche, ha viaggiato per avere delle informazioni, ha passato noti davanti al computer cercando sul web. Il risultato si nota.

Limitatevi a scrivere di quello che conoscete e se non conoscete molto, non è detto che una trama debba per forza avere delle spie, il Santo Graal o altri “accattivanti” elementi. Ci sono bellissimi libri che spesso hanno l’ambientazione di una città anonima e i personaggi sono individui comuni. Non devono necessariamente avere dei superpoteri o essere degli eroi. Se la trama regge (punto 5) e le emozioni sono descritte in modo appropriato, il lettore riconoscerà comunque la qualità del vostro libro.

5. Trama solida

Non confondete questo punto con il primo, l’originalità. Se una trama può risultare originale, questo non è sufficiente affinché funzioni. Ed ecco il trucco: la trama deve funzionare.

Di solito, rispettando i quattro punti sopra, si ha da sé una trama solida. Di solito.

Un altro buon consiglio è a logica nel susseguirsi degli eventi.

Potete scrivere un libro fantasy, di fantascienza, di creature inventate, di magia e di tutto quello che volete. Questo non vuol dire che dovete eliminare la logica. Se esistono degli elementi sopranaturali nel vostro libro, anche questi devono avere una logica nella trama. Come concetto, pensate alla matematica (lo so, non ha tutti piace). Poniamo che “1 + 1 = 2” sia una delle basi in matematica (mi scuso con i matematici per la generalizzazione del concetto), questo ci permetterà in un futuro di risolvere gli integrali. Se, quando fate gli integrali, vi risulta che l’addizione di prima è diversa da due, c’è qualcosa che non funziona.

Lo stesso vale per un romanzo, indipendentemente da quanti elementi magici, sopranaturali o comunque al di fuori della nostra logica possa avere. Se stabilite delle basi dall’inizio, dovete rispettarle.

Altro buon consiglio per una trama solida è non commettere incongruenze. Questo di solito si risolte con l’applicazione del punto 4 (scrivere di ciò che si conosce). Non potete per esempio far fare una telefonata a un personaggio, se avete scelto come ambientazione temporale il sedicesimo secolo. Il lettore si chiederà da dove sia saltato fuori un telefono così all’improvviso e storcerà il naso.

Spero che ora abbiate le idee più chiare e, soprattutto, più spunti per continuare a scrivere. Crearsi una cerchia di lettori e tenerseli poi stretti non è una cosa facile, ma, se rispettate i cinque punti sopra avrete un bel vantaggio. Se non vi importa niente dei lettori, vi prego, non scrivete. Siamo già in troppi a scrivere e in troppi pochi a leggere.